Sindacopoli, i 18 del “cerchio magico”: tutti i nomi e i ruoli dello scandalo

La presunta cupola del malaffare è ricostruita: ecco nomi e ruolo dei 18 componenti che saldano le due tranche dell’inchiesta.

Sindacopoli aveva un “cerchio magico” messo in piedi da “Salvatore Paolo Pinna, Angelo Stochino, Francesco Chessa e Gian Paolo Porcu” e di cui facevano parte “Antonello Peru, Paolo Manca e Antonio Piras“. Lo scrive il gip di Oristano, Annie Cecile Pinello, che martedì ha fatto scattare sedici ordinanze di custodia cautelare e un obbligo di dimora (qui tutti i nomi). Il giudice per le indagini preliminari la chiama “associazione per delinquere” e inserisce nella lista anche Rinaldo Arangino, Pietro Crobu, Salvatore Borto, Gianni Dino Fadda, Andrea Murgia, Gianmaria Pintori, Anna Paolo Saba, Simona Vacca, Sabrina Vacca, Sergio Serra e Roberto Zedda“. Sono in tutto diciotto nomi (su 95 indagati), il magistrato inquirente è Armando Mammone.

Sotto il profilo giudiziario l’identità della squadra fa da collante tra la prima tranche dell’inchiesta, sviluppata ad aprile 2015, e l’ondata ondata di arresti decisa l’altro giorno. Se infatti Salvatore Paolo Pinna, l’ingegnere desulese considerato l’intermediario della presunta cupola, venne arrestato già un anno fa, lo spartiacque investigativo è dato proprio dall’innesto dei politici di peso, come Angelo Stochino e Antonello Peru.

Ai due esponenti di Forza Italia indagati da luglio 2015, ma di cui non si conosceva il ruolo – il gip assegna un compito preciso. “Peru e Stochino – si legge nell’ordinanza – sfruttavano i poteri e l’influenza connessa alle cariche elettive ricoperte per indirizzare gli organi politici regionali al finanziamento di opere pubbliche”, opere “da realizzare nel territorio costituente il proprio bacino elettorale”. Risultano nuovi anche gli ingressi di Antonio Piras e Antonio Manca: il primo – classe ’63, segretario cittadino del Pd a Cardedu indagato in qualità di capo ufficio tecnico nel Comune di Baunei – “metteva le proprie funzioni pubbliche a disposizione del sodalizio rispondendo esclusivamente alle direttive di Pinna”. Manca, invece, “si prestava a utilizzare la propria posizione di sottufficiale in congedo della Guardia di finanza per reperire informazioni sulle indagini gravanti a carico di Pinna, ma era anche il suo prestanome”.

Non sorprende, quindi, che una ricostruzione così precisa abbia permesso agli inquirenti di scoprire l’interesse della presunta associazione per delinquere sui grandi appalti. Su tutto la Sassari-Olbia, ma ci sono pure i porticcioli turistici di Tertenia e Tortolì, “per i quali – scrive il gip – mai sarebbero stati trovati i soldi per la loro realizzazione”, pari rispettivamente a 16 e 11 milioni. La progettazione, per cifre decisamente minori, venne invece affidata.

Tutti gli altri componenti del “cerchio magico” sono nomi emersi con la prima tranche dell’inchiesta, sempre in mano al pm Mammone. Francesco Chessa è infatti l’ingegnere irgolese patron della Edilogica, la srl che insieme alla Essepi engineering di Pinna “predisponeva materialmente i progetti e le attività funzionali agli scopi” della presunta cupola del malaffare. Nell’ordinanza è citata per esempio la “partecipazione ai bandi occultando il rapporto di dipendenza da Pinna e Stochino”: a questo, secondo l’accusa, si prestavano i libero professionisti ‘amici’, in modo da garantire la validità delle gare considerate truccate (servivano almeno cinque offerte). Ancora: “Omissione a rispondere agli inviti delle stazioni appaltanti”, visto che la presentazione dei progetti “era preventivamente concordata con i capi del sodalizio”.

Ad aprile 2015 Chessa finì in carcere insieme ad altri quattro componenti del cerchio magico: Gian Paolo Porcu, libero professionista di Belvì; Rinaldo Arangino, primo cittadino di Belvì nonché capo dell’Ufficio tecnico nello stesso ComunePietro Crobu, vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici a Ortueri; Simona Vacca, responsabile dell’Ufficio tecnico a Gadoni. E si tratta di alcuni dei Comuni dove Sindacopoli si garantiva la sopravvivenza attraverso gli affidamenti diretti. Ovvero, lavori sotto i 40mila euro ottenuti con interventi ‘copia e incolla‘ riproposti uguali in tutte le Amministrazioni.

La lista dei 18 della presunta associazione per delinquere si completa con i libero professionisti Gianni Dino Fadda (Desulo), Andrea Murgia (Cagliari), Gianmaria Pintori (Nuoro), Anna Paola Saba (Cagliari), Salvatore Borto (Desulo) e Sabrina Vacca (capo dell’Ufficio tecnico a Aritzo), tutti finiti ai domiciliari un anno fa. Ma nel cerchio magico sono inseriti anche i tecnici Sergio Serra (Siniscola) e Roberto Zedda (Selargius), per i quali ad aprile 2015 scattò l’obbligo di dimora.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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