Le imprese romane che si sono aggiudicate gli appalti della Sassari-Olbia hanno pagato ciascuna una tangente di 300mila euro. Lo hanno raccontato al Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle gli stessi rappresentanti legali delle due società che hanno vinto i lavori dei lotti 3 e 8: il primo per un importo di 70.775.409 euro, il secondo pari a 57.366.243 euro. Stando all’accusa, le mazzette venivano pagate sotto forma di falsi incarichi andati ad Alessandra Piras e Viviana Stochino, rispettivamente fidanzata di Antonello Peru e sorella di Angelo Stochino, i due politici di Forza Italia arrestati all’alba di oggi con l’accusa di associazione per delinquere. La Piras è architetto, l’altra ingegnere. Entrambe sono indagate dallo scorso anno.
Sempre stando alla ricostruzione degli inquirenti (pm Armando Mammone), il pagamento delle tangenti era garantito da una figura intermedia che negli atti della Procura di Oristano è chiamata faccendiere. “Aveva il compito di preservare l’anonimato dei politici corrotti e organizzare le turbative d’asta attraverso le quali i finanziamenti venivano sì riversati sul territorio, a imprese e professionisti compiacenti”. Questa figura faceva in qualche modo da raccordo tra il vertice della presunta cupola del malaffare e le figure di secondo piano della stessa. I ‘livelli alti’ erano “i politici regionali che con le loro decisioni contribuivano a orientare la spesa regionale”, si legge ancora in una nota delle Fiamme gialle. La base della consorteria, invece, era rappresentata “da funzionari e amministratori delle stazioni appaltanti che, eseguendo le direttive del faccendiere nella gestione dei finanziamenti, ottenevano consenso popolare per il loro impegno nei confronti della comunità”. Il faccendiere di Sindacopoli sarebbe Salvatore Paolo Pinna, l’ingegnere desulese di nuovo arrestato oggi e già finito in carcere ad aprile 2015.
Il ruolo della fidanzata di Peru (qui le intercettazioni) e quello della sorella di Stochino è definito dagli inquirenti “un‘interposizione fittizia” che “avrebbe permesso di dissimulare le tangenti sotto incarichi professionali apparentemente leciti”. E questo spiega perché a maggio 2015 gli inquirenti erano alla ricerca dei prestanome. “Nel contempo – hanno scritto ancora dal comando delle Fiamme gialle di Oristano – i politici coinvolti hanno potuto ricevere una retribuzione illecita di 150.000 euro ciascuno“.
In buona sostanza, a Peru e Stochino è andata l’esatta metà di quei 300mila euro che le società romane dei lotti 3 e 8 hanno raccontato di aver versato per aggiudicarsi i lavori della Sassari-Olbia. Appalti che da mesi erano sotto i riflettori della Procura. Il raddoppio della dorsale del Nord è sempre stato considerato la grande torta di Sindacopoli. Un sistema nel quale “si è rivelato indispensabile – sempre stando agli atti della Procura – l’intervento del politico o del funzionario pubblico compiacente il quale, di volta in volta, si adoperava attivamente nel far nominare quei commissari di gara malleabili nel giudicare. E questo era funzionale ad assegnare gli appalti a imprese o soggetti amici selezionati dal professionista a capo del sodalizio criminoso, il tutto per milioni di euro”.
Alessandra Carta
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