Sindaco ordina disinfestazione a tappeto contro il parere Asl: con le zecche sterminati gechi, api e farfalle

Api, farfalle, coccinelle, lucertole, gechi e altri insetti sterminati insieme a mosche, zecche e zanzare con una operazione di disinfestazione a tappeto: è quanto accaduto a Villanovaforru, nella provincia del Medio Campidano, una settimana fa. L’intervento è stato deciso dal sindaco Maurizio Onnis in seguito alle richieste di alcuni cittadini, ma secondo una parte della popolazione è stato inutile ed eccessivamente dannoso. La stessa Asl di Sanluri, a cui il Comune aveva chiesto di effettuare l’intervento con insetticidi, aveva già dato parere negativo. Un comitato spontaneo ha inviato una lettera al primo cittadino per avere chiarimenti.

“Per la disinfestazione è stato usato un prodotto insetticida a base di piretroidi sintetici come deltametrina, permetrina e cipermetrina – si legge nella richiesta inviata al primo cittadino – un insetticida ad ampio spettro che non elimina solo zecche, mosche e zanzare ma qualsiasi atropode volante e strisciante. La cipermetrina poi è una sostanza con effetto paralizzante e letale di gran parte degli invertebrati, con lungo effetto residuale sull’ambiente. Essendo altamente tossica per api e lepidotteri, è stata individuata dall’organizzazione Greenpeace, assieme alla deltametrina, tra i sette insetticidi il cui uso dovrebbe essere limitato per contrastare le morie di api. Si tratta di un prodotto irritante per l’uomo e altamente tossico per gli ambienti acquatici”. Perché dunque mettere in atto un intervento tanto dannoso, si chiedono i cittadini, considerati i pericoli per ambiente, persone e animali? L’infestazione di zecche e zanzare segnalata da alcuni era tanto diffusa da giustificare l’utilizzo di un prodotto a largo spettro e l’eliminazione di qualsiasi invertebrato in tutto il paese? E considerato che non si tratta di situazione di emergenza per la salute pubblica, è normale, chiedono infine nella lettera al sindaco, che il trattamento coinvolga in maniera tanto invasiva anche le aree private obbligando tutti, compresi quelli che per scelta o per necessità non usano prodotti chimici, a doverli respirare nei propri spazi?

Gli stessi rischi erano già stati evidenziati dalla Asl di Sanluri, che il 9 maggio scorso aveva scritto al Comune in risposta ad una richiesta di intervento: i rilievi fatti dal personale dell’azienda sanitaria insieme a quelli del centro provinciale antinsetti non avevano rilevato focolai di zecche a Villanovaforru, pertanto “non si è ritenuto opportuno intervenire chimicamente per un trattamento di disinfestazione”. Nello stesso documento si ricordavano gli accorgimenti già noti ai sindaci sardi per prevenire e contrastare la diffusione di zecche e zanzare: controllo del randagismo, divieto di transito e pascolo degli animali dei centri e nelle periferie, bonifica delle zone incolte, trattamenti antizecche dei cani, bonifica di depositi e ristagni d’acqua nelle aree pubbliche e private. “Ragioni di carattere ambientale e tutela igienico-sanitaria – concludeva il documento della Asl inviato al Comune di Villanovaforru – impediscono di effettuare interventi generalizzati e ripetuti con insetticidi“. Non solo: “Fare ricorso all’uso eccessivo, soprattutto di vaste aree, di prodotti chimici comporta rischi conseguenti, che ben si possono immaginare, per la popolazione e per l’ambiente”.

Le stesse osservazioni sono contenute anche nel documento firmato dall’Ispra ‘Impatto sugli ecosistemi e sugli esseri viventi delle sostanze sintetiche utilizzate nella profilassi anti-zanzara’ del 2015: “L’uso di insetticidi nebulizzati nell’ambiente dovrebbe essere un’opzione a cui ricorrere in via straordinaria e solo nel caso di una comprovata elevata densità di adulti in siti sensibili quali scuole, ospedali, strutture residenziali protette, ecc. o in presenza di rischio epidemico. Nella biosfera ogni anno sono liberate oltre 250.000.000 di tonnellate di prodotti organici di sintesi, tra cui 2.000.000 di tonnellate di pesticidi. In Italia si tratta di 175.000 tonnellate, cioè circa 3 kg a testa ogni anno. Solo una piccola parte di queste sostanze (circa lo 0,1%) raggiunge il bersaglio, il resto produce effetti dannosi sia per l’ambiente che per le persone”. Ed ecco i rischi denunciati da Ispra: contaminazione e decesso di uccelli, pipistrelli e insetti predatori; contaminazione di fiumi, laghi e mari; alterazione delle catene trofiche di terra, acqua e atmosfera; comparsa di residui tossici nei prodotti alimentari; conseguenze sulla salute dei consumatori; intossicazione degli esseri umani; aumento delle resistenze degli organismi bersaglio e parallela scomparsa dei loro predatori naturali.

Nonostante il parere negativo  della Asl, il sindaco ha comunque voluto effettuare la disinfestazione affidando il servizio a una società privata: nei giorni 1 e 2 giugno, tra le 4,30 e le 7,30 del mattino, la ditta Green System ha provveduto a sparare l’insetticida in tutte le strade del paese. Pesanti le restrizioni ordinate dal sindaco a seguito della disinfestazione con ordinanza del 24 maggio scorso: divieto di transitare e stazionare nelle strade durante le tre ore del trattamento, divieto di circolare nei parchi, nelle aree verdi e nelle aree gioco per bambini per le 48 ore successive, divieto di consumare ortaggi e frutta coltivati nelle zone limitrofe per i 15 giorni successivi. I danni dell’intervento sono stati evidenziati proprio dai cittadini, che nei giorni successivi hanno fotografato api, coccinelle, piccoli anfibi e piccoli uccelli morti nelle strade del paese.

Il sindaco ha risposto alla lettera dei cittadini con un documento pubblico: “Ho agito nell’interesse della collettività, la questione è chiusa

Francesca Mulas

 

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