Siccità: Nuorese e nord Sardegna a un passo dall’emergenza

Mezza Sardegna è un passo dall’emergenza idrica. La conferma arriva dal bollettino mensile pubblicato sul sito della Regione. I dati riferiscono che, a livello regionale, le scorte d’acqua sono calate di 6 milioni di metri cubi in un mese. Si tratta di una tendenza che rischia di peggiorare ulteriormente nel corso di novembre a causa del fenomeno climatico noto come “l’estate di San Martino”: temperature in aumento rispetto alla media stagionale, tanto sole e poche precipitazioni. Gli esperti leggono i dati con preoccupazione. Da un punto di vista tecnico, la condizione è di preallerta, livello vicinissimo all’emergenza siccità. La situazione non è uniforme su tutto il territorio regionale. In questo momento l’isola è spaccata a metà: mentre negli invasi del sud Sardegna ci sono scorte sufficienti, a Sassari, Nuoro e in Gallura gli indicatori hanno già toccato una soglia pericolosa.

Ecco tutti i dati tecnici del bollettino.

Il sistema della Sardegna nord occidentale, formato dall’unione dei bacini del Coghinas, del Bidighinzu, del Cuga, del Temo e di Casteldoria, è arrivato a un punto di allerta. I dati della Regione, aggiornati al 31 ottobre, affermano che a disposizione in quest’area ci sono solo 161 milioni di metri cubi d’acqua: si tratta del 47% della capienza. In Gallura l’invaso del Liscia, che serve quasi tutti i centri galluresi, contiene soltanto 35,84 milioni di metri cubi, praticamente il 34,46 % della capienza complessiva (un livello negativo che non si toccava dal gennaio 2004). La diga di Posada è al 45,2% del totale. Nel bacino di Sos Canales c’è acqua per soli 40 giorni, 60 nella diga di Mannu e 90 nel Liscia. Livello di allerta anche per il lago Maccheronis che rifornisce l’Alta Baronia.

Le contromisure sono già state applicate. Per evitare una autentica amergenza, Abbanoa ha disposto una riduzione dell’erogazione di acqua su ordine dell’Enas, l’ente pubblico che gestisce i bacini, le dighe e gli acquedotti dell’isola. A Sassari e Alghero le restrizioni stanno causando diversi disagi alla popolazione. La poca acqua disponibile ha un colore torbido a causa della massiccia concentrazione di sostanze chimiche che vengono immessa negli impianti di potabilizzazione. Le autobotti sono al lavoro a pieno ritmo.

Ma l’acqua scende con un colore giallastro anche nei rubinetti della Gallura. A Olbia, Golfo Aranci e Arzachena sono scattate le ordinanze di non potabilità a causa delle concentrazioni di manganese: in alcuni casi si toccano i 500 microgrammi per litro. Abbanoa è nell’occhio del ciclone: negli uffici della Procura della Repubblica di Tempio Pausania è stato presentato un esposto contro il fenomeno firmato dall’avvocato e consigliere comunale d’opposizione (Pd), Andrea Viola, di Golfo Aranci, che chiede alla magistratura di fare luce sulle cause dei disservizi. E le associazioni dei consumatori minacciano di promuovere una class action contro la società.

La Giunta regionale intanto corre ai ripari, con l’istituzione di un tavolo per l’emergenza idrica. La proposta è arrivata nel corso dalla riunione convocata questa mattina a Cagliari dall’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda. Del tavolo per l’emergenza faranno parte l’assessorato dei Lavori Pubblici, il Distretto idrografico, Arpas, Protezione Civile, Egas, Abbanoa ed Enas. Tra le azioni da attuare c’è la riattivazione delle connessioni tra i bacini per creare la cosiddetta “ridondanza” e gli interventi sui potabilizzatori. Non si esclude di chiedere al governo nazionale la proclamazione dello stato di emergenza.

Michele Spanu

Twitter @MicheleSpanu84

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