Si allarga la protesta dei precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche

La Sardegna si unisce alla protesta dei Precari Uniti del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Dopo Sassari e Oristano, anche Cagliari si aggiunge alle sedici le sedi Cnr in presidio permanente. L’obiettivo della protesta, spiegano in una nota i precari Cnr, è quello di “richiamare l’opinione pubblica sul problema del precariato cronico negli Enti Pubblici di Ricerca (il 40% dei lavoratori Cnr svolge attività di ricerca scientifica con varie forme contrattuali di tipo precario, con una media nazionale di precariato di circa 8 anni) e richiedere risorse adeguate al Governo e all’Ente per l’applicazione del Decreto Madia, che fornisce agli Enti di Ricerca lo strumento legislativo atto a superare la piaga del precariato”.
Oggi una rappresentanza del gruppo dei ‘Precari Uniti Cnr’ della Sardegna ha preso parte alla manifestazione nazionale che si è tenuta a Roma davanti al Parlamento.

“Entro il 19 dicembre verranno votati gli emendamenti alla legge finanziaria che riguardano la copertura finanziaria dei piani attuativi del Decreto Madia – spiegano i precari che hanno anche inviato una lettera al presidente della Regione Francesco Pigliaru e al sindaco Massimo Zedda – . Il futuro degli oltre 4500 precari storici degli Enti Pubblici di Ricerca è a rischio: lo stanziamento di 10 milioni di euro per il 2018, più 50 milioni a decorrere dal 2019, approvato dalla commissione Bilancio del Senato il 29 novembre per tutti gli Enti Pubblici di Ricerca (EPR), è inadeguato a confronto della dimensione del problema precariato. Con questi numeri e il cofinanziamento al 50% da parte degli Epr raggiungerebbe nell’arco di un triennio la stabilizzazione di appena 2400 unità di personale”.

I precari Cnr della Sardegna si uniscono alla richiesta di “un impegno formale da parte del Presidente Cnr Massimo Inguscio, nonché di Governo e Parlamento, nel garantire la programmazione e l’avanzamento della ricerca scientifica in Italia e il rispetto dei diritti fondamentali di chi vi lavora”.

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