I familiari, gli amici, esponenti della politica e del mondo della cultura. Accanto al feretro, i gonfaloni di Guasila, il paese di nascita, e di Settimo San Pietro, il paese dove Giulio Angioni ha vissuto gli ultimi quarant’anni della sua vita. Poi la musica delle trombe di Riccardo Pittau e di Francesco Bachis, uno dei suoi allievi. Così ieri pomeriggio alle 15, a Settimo San Pietro, si è celebrato l’ultimo addio al grande scrittore e antropologo scomparso il 12 gennaio all’età di 77 anni.
“Un uomo buono come il pane”, nelle parole della sorella Mariella. Un intellettuale gramsciano sempre attento alle condizioni di vita e alle disuguaglianze, nel ricordo degli antropologi Felice Tiragallo e Benedetto Caltagirone. A rappresentare il mondo dell’università, la preside della facoltà di studi umanistici Rossana Martorelli, oltre a numerosi ex allievi. A rappresentare il mondo della politica, l’ex governatore e parlamentare europeo Renato Soru. In prima fila i familiari, la moglie Marinella, il figlio Marco, giunto dalla Danimarca assieme alla moglie Lena, i fratelli.
Tra gli esponenti del mondo della cultura, a onorare lo scrittore, autore di opere – come ha sottolineato in un messaggio Bastiana Madau – “illuminate dalla riflessione morale e civile”, Giancarlo Porcu, editore di “Maestrale”, il regista Gianfranco Cabiddu, lo scrittore Giorgio Todde. Dal regista Salvatore Mereu l’impegno della prossima realizzazione di un film tratto da una delle opere di Angioni, il romanzo “Assandira”, uscito nel 2004 per l’editore Sellerio.
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