Bandiere, striscioni e decine di persone sotto i portici del Consiglio regionale per dire no al nucleare a meno di ventiquattro ore dall’annuncio del Governo sull’indicazione della regione che accoglierà il sito delle scorie. È cominciata a metà pomeriggio “la manifestazione dell’attesa” organizzata dal coordinamento Nonucle che raccoglie decine di associazioni. Si replica domani mattina alle 10.
Il programma prevede musica, recital e seminari. È stato Vincenzo Migaleddu, di Isde, i medici per l’ambiente, a dare il via al primo incontro informativo sull’argomento radioattività. Una mobilitazione fortissima, quella contro il deposito. Già dalle settimane scorse sono arrivati chiari messaggi da parte della politica sarda (oggi la mozione del centrosinistra dopo la lettera al Governo dell’assessore Spano), ribaditi in occasione della visita in Sardegna della presidente della Camera Laura Boldrini. Ma anche dalla Chiesa sono giunti segnali di appoggio alla lotta contro il deposito. Un fronte molto compatto che teme soprattutto i pericoli per la salute. Anche per le future generazioni. Il coordinamento obietta che il popolo sardo si è già espresso contro il nucleare nel referendum del maggio 2011. I manifestanti denunciano anche un possibile danno all’immagine della Sardegna. E ribadiscono che il deposito sarebbe un ulteriore servitù con nuovi vincoli imposti al territorio.