Sbarchi di algerini, sindacato Siap: “Più posti nei centri di identificazione”

Dall’inizio dell’anno oltre 800 algerini sono sbarcati direttamente sulle coste dell’isola, in quanto oramai è risaputo che per loro in Sardegna è ‘stato allestito’ un portone d’ingresso per l’Europa. Qualche mese fa definivamo tele flusso un ponticello migratorio ma oramai si può tranquillamente parlare di autostrada Sardegna-Europa”.

È la denuncia del sindacato di polizia Siap dopo l’arrivo la settimana scorsa i oltre 150 cittadini algerini e, soprattutto dopo gli episodi di microcriminalità che hanno visto gli stranieri protagonisti. “Oramai è risaputo che una volta giunti in territorio sardo, considerata la perenne carenza di posti nei Centri di Identificazione ed Espulsione della penisola, (Cie), dopo il foto-segnalamento, verrà loro notificato un semplice invito a lasciare il paese – spiega il segretario provinciale del Siap, Mauro Aresu – Tale procedura, preclude loro qualsiasi possibilità di soggiornare nei centri di accoglienza. Magari buona parte di tali persone saranno animate dal solo scopo di trovare un lavoro ma numerosi andranno a ingrossare le fila della micro-criminalità e negli ultimi mesi, nel cagliaritano, si sta registrando un costante aumento di delitti commessi da tali soggetti che delinquono per racimolare i soldi necessari a lasciare l’isola o anche solo per sfamarsi”.

E il sindacato di polizia lancia l’allarme. “Questo attivismo micro delinquenziale sta facendo passare in secondo piano un pericolo, magari remoto, ma ben più grave e pericoloso – spiega il sindacalista – ovvero che in mezzo a loro possano insinuarsi soggetti legati al fondamentalismo islamico e che il loro ingresso in Europa possa avere finalità di tipo terroristico”.

Secondo il sindacato di polizia è necessario aumentare la disponibilità di posti nei Cie della penisola “in modo da interrompere al più presto tale emorragia di sicurezza nella quale la Sardegna svolge la scomoda funzione di ferita non suturata – sottolinea Aresu – . È facilmente intuibile che, dopo i primi trasferimenti di algerini nei Cie per le procedure di identificazione ed espulsione, l’ingresso dalla Sardegna  diverrebbe di colpo inutile e controproducente”.  Il Siap, infine, chiede che venga risolto il problema dei “bivacchi”degli stranieri all’interno della Caserma di viale Buoncammino mentre attendono il fotosegnalamento.

“Il cortile di una caserma non è idoneo a trattenere delle persone in attesa per lungo tempo, soprattutto se si tratta di soggetti che hanno affrontato ore e ore di navigazione in condizioni disumane – sottolinea il sindacalista –  l’unica soluzione, per evitare problemi sia dal punto di vista della sicurezza sia da quello della dignità umana, è quella che, finalmente, la massima autorità della Provincia cagliaritana si dedichi alla soluzione di tale problema. Anche perché siamo certi che, nel momento in cui si dovessero reperire dei posti nei Cie della penisola, le procedure di foto segnalamento e vigilanza, propedeutiche al trasferimento nelle strutture, si potrebbero svolgere in condizioni di estrema tensione e difficoltà”.

Il sindacato ribadisce l’inutilità della trasformazione dell’ex scuola di polizia penitenziaria a Monastir in centro per migranti. “La problematica “algerini” è stata oggetto, nel mese di febbraio,  di un incontro con il Prefetto di Cagliari che si era impegnato a reperire locali idonei per gestirli dopo lo sbarco senza dover utilizzare la oramai nota Caserma Carlo Alberto – evidenzia Aresu – . Siamo ancora in attesa di indicazioni in tal senso da parte del Prefetto che nel frattempo, però, si impegnato pervicacemente per reperire l’ennesimo ed inutile (in quanto la Sardegna ha abbondantemente superato la quota di migranti assegnatole dal Ministero) Centro di Accoglienza, sottraendo al personale del Reparto Mobile, in attesa da anni di una caserma, la possibilità di utilizzare l’ex scuola di Monastir”.

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