Sant’Antioco, agnelli uccisi dai cani randagi: appello del sindaco alla Regione

“Comuni lasciati soli dalla Regione e senza adeguate risorse per porre un freno al crescente fenomeno del randagismo. Occorre, da una parte, stanziare i fondi sufficienti, e dall’altra, mettere in campo piani straordinari coordinati a sostegno dei Comuni. Strategie ponderate, dunque, sulla falsa riga delle azioni messe in campo per arginare la ‘peste suina’: escludendo naturalmente qualsiasi tipo di intervento che preveda l’abbattimento dei randagi”. Comincia così l’appello che il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci ha inviato alla Regione Sardegna sul fenomeno del randagismo dopo l’episodio accaduto nei giorni scorsi nelle campagne del paese, con una ventina di agnelli e una pecora uccisi dai cani randagi e altri animali feriti.

“Ciò che è accaduto nei giorni scorsi non è il primo episodio di questo tipo, come Sant’Antioco non è l’unico Comune dove ciò accade. Ecco perché spetta alla Regione creare un piano valido per tutti i centri della Sardegna. Bisogna partire da una task force formata dai veterinari dei servizi sanitari regionali e dal Corpo Forestale, che si occupi delle sterilizzazioni: i veterinari infatti hanno consapevolezza dei luoghi dove abitualmente risiedono mute di cani randagi. Senza dimenticare una grande campagna di sensibilizzazione all’adozione che preveda, eventualmente, forme di incentivo, e che sia rivolta anche alla tutela del benessere e alla lotta all’abbandono degli animali da compagnia”.

“La Regione – conclude l’appello – deve prendere atto che si tratta di un fenomeno la cui risoluzione non può essere lasciata alle associazioni di volontariato che, pur tra mille difficoltà, svolgono un lavoro egregio. E nemmeno ai Comuni, i quali non hanno le risorse e gli strumenti necessari per limitare il problema”.

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