Rwm, rilasciato il titolo unico per la realizzazione del nuovo deposito

Il nuovo deposito “D256” della Rwm Italia costituisce un ampliamento degli stabilimenti di Domusnovas – Iglesias da cui partono le bombe per l’Arabia Saudita? La risposta del sindaco di Iglesias è un no tassativo. “Nessun ampliamento è stato autorizzato”, ha dichiarato Emilio Gariazzo alla stampa in seguito alla notizia del via libera del Comune di Iglesias al nuovo deposito della Rwm apparsa su Sardiniapost. Il primo cittadino ha anche aggiunto che lo Sportello unico per le attività produttive (Suap) del Comune si è limitato ad esprimere un parere positivo relativamente a un magazzino già esistente, il deposito D256, nell’ambito del rinnovo dell’Autorizzazione unica ambientale (Aua), il cui iter sarebbe ancora in corso. Ma quanto si trova scritto nel documento che era alla base del nostro primo articolo, illustra una situazione che appare sostanzialmente diversa.

Il documento in questione altro non è che la “determinazione di conclusione della Conferenza dei Servizi” con cui “il responsabile dello Sportello per le attività produttive del Comune di Iglesias accoglie l’istanza presentata dalla Rwm Italia per la realizzazione di un nuovo deposito denominato D256”. Nuovo deposito è dunque la definizione dell’opera data in più passaggi dell’atto dagli uffici tecnici del Comune. Nel documento, si legge anche che il provvedimento “costituisce ad ogni effetto titolo unico per la realizzazione dell’intervento”. Conformemente alla nuova legge regionale sulla semplificazione amministrativa, che stabilisce il rilascio di un titolo abilitativo unico che ricomprende e sostituisce tutti gli atti di assenso previsti  dalle singole normative settoriali di competenza di tutte le pubbliche amministrazioni tenute a esprimersi sull’intervento.

LEGGI: I pacifisti: “Rwm, serve cambio di marcia dell’amministrazione”

“Ampliamento” è esattamente la parola utilizzata dai tecnici del comune per definire la tipologia dell’intervento, che, si legge sempre nell’atto, viene inquadrato nell’ambito dell’industria chimica. Il provvedimento dice anche altro. E, cioè, che “l’ intervento è soggetto ad esame da parte della commissione per le materie esplodenti prevista dall’articolo 49 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps)”. Insomma, sembrerebbe che il deposito D256 abbia proprio a che fare con la produzione o lo stoccaggio di esplosivo o armi. In definitiva, si può ben dire che gli stabilimenti di Domusnovas –   Iglesias si ampliano.

Nel documento non si fa menzione all’Autorizzazione integrata (o unica) ambientale di cui parla il sindaco. In accordo con Gariazzo, si può ragionevolmente ritenere che l’autorizzazione ambientale possa e debba essere modificata in virtù della realizzazione di un intervento come quello approvato dal Suap. Così è stato fatto in passato per i reparti 103 e 120, autorizzati nel 2011. E per il deposito 899 e il magazzino 92 nel 2012. Se così fosse, la Provincia, l’ente, cioè, che si occupa del rilascio questo tipo di autorizzazioni, dovrà tenere conto dell’ok del Suap del comune di Iglesias e dei pareri rilasciati nell’ambito di quella Conferenza dei servizi.  Va anche sottolineato che nell’Albo Pretorio della Provincia non c’è traccia della richiesta di modifica sostanziale dell’autorizzazione ambientale da parte della Rwm per il deposito D256.

Insomma, l’exploit della Rwm, arrivata nel 2016 al terzo posto per giro d’affari tra le industrie della difesa italiane, si traduce (anche) in un ampliamento degli impianti. Più bombe uguale più personale e dunque una maggiore necessità di spazi per i dipendenti. E, infatti, due nuovi locali targati Rwm Italia, denominati E208 ed E209, potrebbero sorgere nel territorio comunale di Iglesias, in località San Marco. Il condizionale, in questo caso, è d’obbligo, visto che la conferenza dei servizi indetta dall’ufficio Suap del comune di Iglesias è ai primi passi.
Questi i fatti: la scorsa settimana, la società controllata dal colosso tedesco Rheinmetall ha presentato i due progetti all’ufficio Suap del comune. In questo caso, si tratta di “locali destinati ad uso ufficio per il personale direttivo addetto alle lavorazioni e ad area di sosta temporanea degli operai”, si legge nel documento che indice la conferenza dei servizi sui progetti.
 Queste altre strutture non hanno, dunque, direttamente a che fare con la produzione di armamenti. Meglio: sono funzionali al core-business della società, ma non ospiteranno né la produzione né lo stoccaggio di materiale esplosivo.

Piero Loi

@piero_loi

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