Ritardi sulla statale 195, cantiere affidato a un’altra ditta: sit-in operai

I lavori sulla Statale 195 ricominceranno fra sette-dieci giorni dopo le verifiche tecniche. Saranno affidati a un’altra ditta, non a quella a cui l’incarico è stato revocato, e riguarderanno solo alcuni punti critici come la rotatoria di Pula e altri tratti che saranno stabiliti insieme ai Comuni. Le opere potrebbero essere pronte entro il 20 luglio. Per il completamento generale dei lavori la gara d’appalto partirà dopo l’estate. È quanto emerso nel corso del vertice convocato oggi in Prefettura per fare il punto della situazione a pochi giorni dalla revoca dell’incarico alla ditta Grandi Lavori. La riunione, iniziata alle 11, si è conclusa dopo due ore. Hanno partecipato all’incontro l’assessore ai lavori pubblici Edoardo Balzarini, i sindaci Francesco Dessì (Capoterra), Carla Medau (Pula), Salvatore Mattana (Sarroch). “Non potevamo far altro – ha detto il direttore regionale dell’Anas Valter Bortolan- ci sono state gravi inadempienze e ritardi. Le ricognizioni tecniche sono già iniziate e i lavori dovrebbero partite prestissimo. Lo snodo di Pula consentirà di risolvere i problemi di viabilità e di ritornare alla situazione della scorsa estate. Noi avevano messo in conto, invece, che i lavori fossero completati già per questa estate”. Per il resto delle opere tempi più lunghi. Pula parteciperà mercoledì a un incontro per verificare gli ultimi dettagli. “Siamo ostaggi – ha detto la sindaca Medau – di questa strada. La stagione turistica non dico che sia compromessa, ma i disagi sono evidenti: le file non danno senso di accoglienza. Ma anche i residenti, non solo i turisti, subiscono problemi tutto l’anno per colpa di questa situazione”. Incerto il futuro degli operai, una trentina. Durante l’incontro si è anche parlato di un protocollo per riassorbire i lavoratori nelle ditte che si occuperanno del cantiere. Anche questa mattina i dipendenti hanno dato vita a un sit-in perché temono le lettere di licenziamento in arrivo dopo la revoca dell’incarico al loro datore di lavoro. Ieri, invece, erano davanti al Palazzo della Regione: la loro battaglia non finisce qui.

Foto Ansa

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