Slitta al 13 luglio la decisione del Gup del Tribunale di Cagliari, Cristina Ornano, sulla richiesta di rinvio a giudizio per riciclaggio formulata dal sostituto procuratore della Dda, Emanuele Secci, nei confronti dell’europarlamentare di Forza Italia Salvatore Cicu e di altri 16 indagati nell’ambito di un’inchiesta sul riciclaggio in Sardegna di denaro proveniente dai clan camorristici dei Casalesi e D’Alessandro. Oggi la parola è passata all’avvocato Rita Dedola, difensore dei coniugi campani Alessandro Falco e Alessandra Coronella, che ha sostenuto come non ci sia la prova del riciclaggio e che i passaggi di denaro sono tutti registrati. Il 13 luglio parlerà anche l’avvocato Michele Schirò, difensore di Cicu, poi è attesa la decisione del giudice. L’inchiesta – condotta dai militari del Gico della Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia – è legata alla vendita di un terreno a Villasimius da parte della società Turicost – nella quale Cicu sarebbe stato socio occulto – a una cordata di imprenditori campani che poi hanno realizzato il villaggio turistico S’Incantu. Secondo l’accusa, il 5 agosto 2003 il boss Gennaro Chierchia, noto Rino ‘o Pecorone, esponente di punta del clan camorristico D’Alessandro di Castellamare di Stabia, poi ucciso in un agguato il 28 ottobre 2008, sarebbe arrivato in Sardegna con una valigetta contenente 400 mila euro in contanti per chiudere l’affare.
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