Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico, Lega per l’abolizione della caccia, Lega anti-vivisezione e Wwf – a cui nei prossimi giorni si aggiungerà la Lega italiana protezione uccelli – hanno deciso di impugnare davanti al Tar della Sardegna il decreto dell’assessore regionale dell’Ambiente relativo al calendario venatorio regionale 2018-2019, nella parte in cui prevede la caccia alla lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus), alla pernice sarda (Alectoris barbara) e al coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus).
Il provvedimento impugnato prevede per le due giornate di caccia previste (30 settembre e 7 ottobre) “un assurdo
‘carniere’ potenziale complessivo di ben 71.974 lepri sarde e 143.948 pernici sarde per i 35.987 cacciatori autorizzati in Sardegna secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili (piano faunistico-venatorio regionale in corso di approvazione)”, sostengono le associazioni.
“La caccia alla Lepre e alla Pernice sarda – spiega il portavoce Stefano Deliperi, presidente del Gruppo di intervento guiridico (Grig) – è stata autorizzata nonostante la consistenza delle rispettive popolazioni non siano puntualmente conosciute, pur definite ‘tendenti alla diminuzione’ dallo stesso Piano faunistico-venatorio isolano. Non solo, con nota del 13 luglio l’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale ha fornito il parere di legge in merito alla proposta di calendario venatorio regionale sardo 2018-19 e ha chiesto esplicitamente la chiusura della caccia alla lepre sarda e alla pernice sarda in assenza di censimenti relativi alle popolazioni esistenti nell’Isola. Analoga richiesta per le medesime motivazioni per il Coniglio selvatico, oggetto di un assurdo ‘carniere’ potenziale (5 capi abbattibili per ogni cacciatore) di 179.935 conigli”.
