Razzismo e azioni fasciste in Sardegna, la mappa di Antifa: ecco la lista nera

C’è anche la Sardegna nella lista per regione stilata da Antifa, il collettivo internazionale antifascista nato come rete spontanea e operativo in Germania, Inghilterra, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Grecia, Francia e Israele. Antifa ha elenco tutti gli episodi razzisti e fascisti che si sono contati in Sardegna in dieci anni, dal 2007 al 2017. Ecco l’elenco, online sul sito www.ecn.org.

A maggio 2007, sei sardi che si definiscono “hitleriani”, e tutti residenti a Sassari, vengono denunciati con l’accusa di incitamento all’odio razziale. Hanno lavorato all’apertura di un sito Internet chiamato Azionefascista e che si presentava come “movimento con la metodologia del partito fascista”.

Ad agosto 2007, un gruppo di naziskin romani, armati di coltello, pesta a sangue quattro ragazzi di Olbia all’uscita da una discoteca dell’ex capoluogo gallurese. I quattro finiscono all’ospedale ricoverati per le ferite riportate durante l’aggressione.

A febbraio 2009, raid ad Alà dei Sardi, in Gallura, nella casa di tre rumeni. “Rubano il lavoro alla gente del paese”, è la motivazione di quell’episodio. L’attacco punitivo si concretizza sparando alcuni colpi di fucile contro l’abitazione dei tre.

Ad aprile 2010 due fratelli congolesi vengono picchiati con calci e pugni al grido di “sporchi negri”. Prima, contro di loro, il lancio di pietre. Uno aveva allora 28 anni e faceva il cuoco; l’altro, di 22, studiava all’università. I due ragazzi sono cittadini italiani, figli di un pilota africano che si era formato nello scalo di Fertilia e di una donna di Alghero, dove avvenne il fatto.

A maggio 2013, Lotta studentesca, diretta emanazione di Forza Nuova guidata da Roberto Fiore, chiude simbolicamente con del nastro da cantiere tre scuole medie di Cagliari, dove il Comune aveva deciso di attivare corsi di formazione destinati ai rom della città. Venne anche sistemato un volantino che recitava: “Stop ai rom, prima gli studenti cagliaritani”.

A ottobre 2015 un gruppo squadrista, armato di spranghe, fa irruzione nel centro sociale Pangea a Porto Torres.

A novembre 2016 alla prefetta di Cagliari, Giuliana Perrotta, vengono recapitati due proiettili, chiusi in una busta da lettera. Sono i giorni concitati in cui gli uffici del capoluogo stanno predisponendo la conversione della scuola di polizia di Monastir in centro di accoglienza per migranti.

A novembre 2016, la bomba contro l’agriturismo di Buddusò, in Gallura, che sarebbe dovuto diventare un centro per migranti. L’ordigno, che devastò completamente la struttura, venne fatto esplodere poche ore dopo la seduta straordinaria del Consiglio comunale convocata per discutere sulla trasformazione dell’agriturismo.

A marzo 2017, a Sassari, il pestaggio di tre anarchici del collettivo S’Idea libera. Fu un blitz notturno, nella sede dell’associazione in via Casaggia 12. Tre le persone denunciate, tra cui un militante di CasaPound.

A luglio 2017, nella notte tra il 26 e il 27, una bomba viene fatta esplodere nel centro di prima accoglienza a Dorgali. Ospitava sessantaquattro migranti e due di loro, entrambi 23enni, rimangono feriti.

A luglio 2017, la notte del 28, in un’escalation di violenza durata giorni, nel mirino finisce un venditore ambulante del Senegal residente a Nuoro. Il suo furgone viene dato alle fiamme. L’attentato incendiario fu organizzato durante la notte.

A luglio 2017 (il 29) una piccola carica di esplosivo danneggia una villa in campagna che, una coppia di Ozieri, voleva trasformare il centro per migranti.

A ottobre 2017, a Cagliari in piazza Ingrao, un passante viene aggredito da sette militanti di CasaPound, armati di tirapugni. E tutto per aver accartocciato un violentino del partito che gli era stato appena consegnato.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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