Rapina all’ufficio postale di Vaccileddi: 5 indagati e tre arresti. Ecco i nomi

I carabinieri del Olbia hanno chiuso il cerchio intorno alla banda di rapinatori che il 4 novembre scorso aveva assalto l’Ufficio postale di Vaccileddi, una frazione del Comune gallurese di Loiri Porto San Paolo: oggi sono finite in manette tre persone (e non cinque come sembrava inizialmente), le quali sono indagate insieme ad altre due. A eseguire gli arresti, con un’operazione cominciata all’alba, sono stati i militari del Reparto territoriale insieme allo squadrone Cacciatori di Sardegna e agli uomini del Comando Provinciale di Nuoro.

I nomi. L’indagine di circa tre mesi, condotta anche grazie alla preziosa ricostruzione affidata al Ris di Cagliari, ha portato a un’ordinanza di custodia firmata dal Tribunale di Tempio Pausania su richiesta della stessa Procura della Repubblica per Franco Paolo Chessa, pregiudicato, classe 1982 di Lula (NU) (attualmente in carcere perché arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri di Nuoro durante la rapina all’Ufficio Postale di Onifai il 2 febbraio scorso), Carlo Gusinu, pregiudicato 34enne di Padru (SS) e Pier Franco Muscau, incensurato di 29 anni di Lula (NU). Questi ultimi sono stati arrestati nel corso dell’operazione di oggi, mentre S. C., pregiudicato di 55 anni e R. P., incensurato di 23, entrambi di Lula, risultano indagati e questa mattina sono stati oggetto di una attenta perquisizione, anche con l’uso di unità cinofile per la ricerca di armi ed esplosivi perché hanno fatto parte dell’organizzazione della rapina. Le perquisizioni, tuttora in corso, hanno dato esito positivo e al momento sono state trovate cartucce di diverso tipo e calibro, i cellulari utilizzati per i sopralluoghi prima della rapina e nel corso della stessa, nonché uno scanner verosimilmente utilizzato per la ricerca di microspie. I due tratti in arresto nella mattinata odierna saranno tradotti presso le case circondariali di Nuoro e Sassari a disposizione del Pubblico Ministero.

Le indagini. Quella mattina del 4 novembre, poco prima delle 9, tre persone, di cui due armate di pistola e una di fucile, tutte travisate con un passamontagna, hanno fatto irruzione nell’Ufficio Postale. Dopo aver fatto sdraiare a terra i tre clienti si sono fatti consegnare il denaro dal direttore e da un impiegato. La rapina, a causa dell’apertura temporizzata della cassaforte, è durata molto tempo, circa 40 minuti, ma fortunatamente, a parte la minaccia delle armi, non è stata usata violenza nei confronti di alcuno e nessuno ha riportato lesioni. Una volta incassato il bottino i tre si sono dati alla fuga utilizzando una utilitaria che, dalle prime confuse testimonianze, era sembrata una Fiat Punto bianca. Alla fine la rapina ha fruttato ai malviventi circa 40mila euro.

Le auto della banda. Le indagini del Reparto Territoriale di Olbia sono iniziate appena è stato diffuso l’allarme, ma ormai dopo la fuga della banda. Grazie alle testimonianze raccolte e alla ricostruzione dei percorsi attraverso la visione delle telecamere di sicurezza del Comune è stato possibile individuare il percorso effettuato dai rapinatori durante la fuga e le auto utilizzate. Quella che dalle testimonianze sembrava essere una Fiat Punto bianca, si è trasformata in una Mazda 2 di colore grigio chiaro, rubata a Sassari poche settimane prima, mentre durante la fuga la banda era preceduta da un’altra auto, poi risultata di proprietà di uno di loro, utilizzata come apripista per evitare eventuali posti di blocco delle forze di Polizia. Grazie alla collaborazione del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) è stato possibile “pulire” i video delle telecamere di sorveglianza e risalire alle targhe e ai modelli delle auto utilizzate.

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