Sabato scorso i cittadini di San Gallo, in Svizzera, sono stati svegliati di soprassalto da una scossa di terremoto. Per fortuna il sisma non è stato di forte intensità, ma questo non è bastato a evitare polemiche: secondo il Servizio sismico svizzero, la scossa sarebbe stata causata dai lavori di perforazione per la realizzazione di una centrale geotermica. La tesi è stata confermata anche dal Servizio sismologico del Politecnico di Zurigo e i lavori sono stati interrotti. Non si sa, al momento, se e quando riprenderanno.
In Sardegna invece, come denunciano le associazioni ambientaliste Gruppo di intervento giuridico e Amici della terra riprendendo uno studio del comitato ‘No Eleonora’, “sono ormai numerosi i permessi di ricerca per idrocarburi e gas naturali”.
E non si parla solo del progetto Eleonora, in capo alla Saras, per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi su una superficie di oltre 44mila ettari in provincia di Oristano: in lista ci sono anche sette progetti per la ricerca di risorse geotermiche, appunto, che dovrebbero interessare complessivamente 149mila ettari.
Inoltre, “sul Bollettino ufficiale della Regione del 20 giugno scorso – scrivono gli ambientalisti – sono stati pubblicati quattro avvisi dell’avvenuta richiesta da parte della Tosco Geo srl di Arezzo per altrettanti permessi di ricerca per risorse geotermiche (Villacidro, San Gavino Monreale, Sardara e Guspini)”.
Da qui la mobilitazione “al fianco dei locali Comitati popolari e delle amministrazioni comunali – concludono i rappresentanti del Grig e degli Amici della terra – per difendere le ragioni dei territori interessati, dell’ambiente e della salute pubblica”.