Nuovo progetto Ichnusa: arriva la bottiglia “Vuoto a buon rendere”

Vuoto a buon rendere” è il nome del progetto presentato oggi con cui Ichnusa, storico marchio sardo di birra, rilancia il formato del vuoto a rendere. Grazie a una nuova veste grafica, a una campagna di comunicazione e nuovi investimenti a potenziamento della capacità di confezionamento dello storico birrificio di Assemini, il marchio lancia un messaggio chiaro: il vuoto a rendere è il formato su cui investire. In passato era consuetudine: quella del vuoto a rendere è infatti una pratica antica, una vecchia usanza che consisteva nel lasciare un deposito di poche lire al negoziante e di riottenere la “cauzione” alla riconsegna delle bottiglie di vetro, una volta utilizzate. Che contenessero latte, birra, acqua o vino poco importava; la procedura era la stessa per qualsiasi prodotto. A partire dagli anni ’60 però, questa pratica virtuosa è andata a perdersi in Italia, dove le bottiglie riutilizzabili sono andate via via sostituite dal cosiddetto “vuoto a perdere”, ovvero usa e getta. In Sardegna, il vuoto a rendere tutt’oggi resiste e può quasi essere definita una tradizione locale: sull’isola rappresenta infatti una pratica consolidata e virtuosa, sopravvissuta nel tempo a mode e cambiamenti culturali, ma che è oggi messa a rischio da nuove abitudini di consumo. In Sardegna il vuoto a rendere negli anni ha mutato forma. Ancora oggi gran parte delle acque minerali locali destinate alla ristorazione vengono commercializzate proprio col vuoto a rendere. Una pratica che anche Ichnusa, da sempre adopera. In questo modo, le bottiglie vengono riutilizzate anche per vent’anni; sono bottiglie che portano un peso speciale, quello del tempo che scorre.
Le si riconosce dai segni che, orgogliosi come rughe su un volto, ne incorniciano il vetro e ne scandiscono il passare degli anni. Sono bottiglie che hanno una storia. Da oggi, con Ichnusa, queste bottiglie ci parlano e mandano un messaggio importante: quello del rispetto verso l’ambiente. E i sardi promuovono l’impegno di Ichnusa. Secondo una ricerca Doxa, realizzata su un panel di 400 persone rappresentativo della popolazione dell’isola, il 65% dei sardi sa che il vuoto a rendere è una pratica virtuosa tipica della regione. Il 98% giudica in maniera positiva l’iniziativa che Ichnusa sta per prendere nel rilanciare questa pratica e il 93,5% pensa di supportare fattivamente la campagna cercando e chiedendo, al bar o al ristorante, proprio l’Ichnusa tappo verde, perché ritiene giusto preservare l’ambiente e le bellezze della Sardegna. La nuova bottiglia continuerà a essere prodotta nei tre formati storici: 0,20, 0,33 e 0,66 cl. A renderla ancora più distintiva, il tappo verde con su scritto “Vuoto a buon rendere. Ichnusa per la Sardegna”.
Ospite alla presentazione del progetto l’azienda di Daniela Ducato Edizero che ha realizzato per l’occasione una bottiglia-scultura, identica a quella che sarà poi distribuita da Ichnusa. “La bottiglia scultura Ichnusa Vuoto a Buon Rendere (nella foto con accanto Alfredo Pratolongo, Direttore Comunicazione e Affari
Istituzionali di Heineken Italia) nasce dall’unione di diversi rifiuti “sani” ma non più utilizzabili quindi riconvertiti nella creazione di una installazione virtuosa – spiega l’azienda in una nota -. La bottiglia alta più di 2 metri è fatta di scarti di ritagli di cartongesso, recuperati poi impastati e modellati. Il rivestimento colorato è realizzato con l’Ecomalta edilatte Terramia realizzata da filiere Edizero con base colorante e fissante ottenuta dalle trebbie fornite da Ichnusa. La finitura idrorepellente è a base di olio di oliva edilatte Edizero. Le trebbie e olio di oliva sono sottolavorazioni non edibili riconvertite in prodotto ecologico. Le etichette sono stampate su sfoglia di feltro di lana e canapa Edilana, riciclabili”.

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