Processo Alluvione Capoterra, la figlia di una vittima: “Non informarono sull’allerta”

Nessuno ci ha informato dell’allerta meteo. Alle 7 ci ha chiamato un’infermiera dicendo che non poteva venire perché Capoterra era tutta allagata. Ma dove siamo noi la pioggia era fine è c’erano solo tuoni e lampi”. Così Simonetta Sanna, figlia di Speranza Sollai, una delle quattro vittime della tragica alluvione del 22 ottobre 2008, ha ricordato davanti ai giudici della Prima sezione penale del Tribunale di Cagliari i momenti della tragedia. Sono proseguiti oggi a sfilare i testimoni al processo per i danni e i morti di Capoterra. “Ad un certo punto l’acqua ha iniziato ad entrare in casa – ha spiegato la donna, mostrando al collegio le foto della sua casa dopo il passaggio dell’onda killer – quando si stava riempiendo d’acqua una ragazza è scesa con una corda per portarci fuori. Dopo, mia figlia stavano cercando di aiutare mia madre”. Ma per la donna non c’è stato nulla da fare. E’ stato il momento più struggente della testimonianza odierna al processo per le vittime dell’alluvione. Sul maxischermo sono comparse anche le immagini della devastazione. A perder la vita, quel giorno, erano stati Antonello Porcu e sua suocera Licia Zucca, travolti dal Rio San Girolamo in piena, Annarita Lepori e Speranza Sollai, annegata in casa. A processo c’è l’ex sindaco Giorgio Marongiu, il presidente della cooperativa Poggio dei Pini, Giovanni Calvisi, i capi del compartimento Anas Bruno Brunelletti e Giorgio Carboni, il funzionario della protezione civile Sergio Carrus e i dirigenti del Genio Civile Virgilio Sergio Cocciu, Gianbattista Novella e Antonio Deplano, accusati a vario titolo di omicidio colposo e inondazione colposa. Per accogliere le oltre cento parti civili il processo si sta tenendo nell’aula della Corte d’Assise.

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