Più servitù militari ma molti meno stipendi: ecco i dati del Governo

Estensione dei territori destinati alle attività militari massima, apporto finanziario legato agli stipendi del personale impiegato minimo. Stando ai dati del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che individua le regioni maggiormente oberate dai vincoli militari, è questo il caso della Sardegna. Nonostante l’Isola ospiti oltre il 60% delle servitù militari italiane. Pubblicato due giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale, il provvedimento smentisce la tesi dei favorevoli alla presenza di basi, poligoni e annesse servitù sull’Isola. Insomma, l’affermazione secondo cui la macchina della Difesa crea posti di lavoro e genera ricchezza non regge. Lo dimostra il confronto tra la Sardegna e la Sicilia. A fronte di decine di migliaia di ettari sacrificati sull’altare della ragion di Stato, gli stipendi pagati dalla Difesa al personale civile e militare che opera in Sardegna ammontano a circa 143 milioni di euro. Mentre in Sicilia, dove solo poche migliaia di ettari sono destinate alle attività militari, le buste paga valgono 684 milioni di euro.

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Il dato salta ancora di più agli occhi se si considerano le percentuali degli indennizzi destinate alle due regioni. Fatto cento il totale del contributo previsto dal Governo per le regioni a Statuto speciale, la Sardegna ha diritto – salvo cronici ritardi nell’erogazione dei fondi: a marzo era scattata la protesta dei sindaci – a circa il 60% della somma stanziata per un totale di circa 15 milioni di euro, mentre la Sicilia si ferma al 2%. In questo caso, la maggiore estensione del territorio occupato dai militari in Sardegna si traduce dunque in un’indennità maggiore rispetto a quella percepita dalle altre regioni. Ma la Sicilia, con appena il 2% delle servitù militari, ‘incamera’ oltre 680 milioni di euro di stipendi.

Il decreto della Presidenza del Consiglio conferma, dunque, quanto già affermato dalla relazione del 2014 della Commissione Difesa della Camera dei Deputati. Secondo i commissari, infatti, a differenza di altre regioni, “in Sardegna la presenza militare non ha avuto ricadute economiche positive”. D’altra parte, “quella del poligono è la forma di servitù che porta meno benefici a livello locale”, avevano scritto i commissari tre anni fa. In quel documento, i commissari avevano anche messo in relazione il fenomeno dello spopolamento con le attività militari. Insomma, le servitù ingenerano povertà, perché in quegli stessi territori non sono stati trovati modelli alternativi di sviluppo. Tanto che le persone decidono di andare a vivere altrove.

Piero Loi
@piero_loi

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