Peste suina, proteste per abbattimenti dei maiali: donne in prima linea

È polemica dopo il blitz in Ogliastra e nel Nuorese, all’alba di oggi, della task force regionale contro la peste suina (tecnicamente viene definita unità di progetto). In campo c’erano gli uomini della Forestale scortati da polizia e carabinieri: sono entrati in azione nelle campagne di Desulo, Orgosolo e Arzana e hanno abbattuto suini a pascolo brado. Dalla presidenza della Regione, che coordina l’unità di progetto, hanno fatto sapere che si è trattato di maiali irregolari, non registrati, senza proprietario e al pascolo brado illegale.

È dal 2016 che i blitz vanno avanti. Dopo le multe e le denunce del maggio di un anno fa per i tentativi di opporsi ai controlli e agli abbattimenti, a Desulo oggi non si fa più resistenza, ma gli allevatori hanno protestato sostenendo che è stato impedito loro l’accesso alle campagne. Ad esporsi stavolta sono le loro mogli: “Mio marito è arrivato lì alle 7 – ha detto Gianna – ma poliziotti, carabinieri e Forestale non lo hanno fatto passare e così è tornato a casa mentre le capre stanno figliando con grossi rischi per la nostra economia e per la salute degli animali. Noi viviamo di questo – ha proseguito la donna – dopo la crisi e la neve dell’anno scorso che ci hanno messo in ginocchio, ora ci stanno impedendo di entrare a casa nostra e ci stanno togliendo al dignità”. Così un’altra donna, Giovanna, della quale ugualmente si conosce solo il nome: “Le nostre campagne sono assediate dalle forze dell’ordine come se fossimo in stato di guerra. E così stamattina le nostre capre e le nostre mucche non possono essere accudite. Non ci fanno nemmeno più parlare, nessuno vuole andare in galera e pagare multe salate, ma non è giusto che veniamo trattati così”.

Impenetrabili anche le campagne di Montes, a Orgosolo, dove c’è un raduno di allevatori: “Ma come pensano che possiamo vivere da queste parti – ha argomentato la signora Peppa Musina sempre in prima fila nelle proteste degli ultimi anni sugli abbattimenti -. Pensavamo che i nostri figli potessero sopravvivere lavorando in un territorio dove oltre alla campagna non c’è niente ma ci stanno togliendo anche quello”. Nessuna protesta invece ad Arzana, almeno apparentemente: “Dalla strada che accede al Gennargentu non hanno fatto entrare nessuno ma non ci sono stati disordini – ha spiegato il sindaco Marco Melis -. Qui c’è chi si è messo in regola e chi ancora non
lo ha fatto”.

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