I pescatori del sud Sardegna contro le esercitazioni militari: “Basta soprusi”

Le cooperative dei pescatori del sud Sardegna si schierano ancora una volta contro le esercitazioni militari: questa volta lo stop alla pesca arriva per i lavoratori che operano nel mare tra Pula a Costa Rei. L’allarme arriva da  Federcoopesca Confcooperative, Agci Agrital pesca e Associazione Armatori pescherecci Sardi che oggi hanno firmato un documento congiunto per protestare contro le esercitazioni di guerra fuori dalle zone militari già interdette.

“Le prime vittime dei ‘giochi di guerra’ sono i pescatori sardi – scrivono i rappresentanti dei lavoratori  – come sempre a farne le spese sono le imprese, lasciate sole al loro destino da chi dovrebbe invece tutelarle. Dopo le restrizioni militari imposte in tutto il mare sardo alle imprese di pesca e senza neppure poter contare sugli indennizzi, ora arriva la mazzata decisa dallo Stato. Uno schiaffo al sud Sardegna che può far male a tutta l’Isola”.

Quindici giorni di sosta forzata – prosegue il comunicato – hanno l’effetto di uno schiaffo a tutti pescatori del sud Sardegna, ma è un sopruso che si può ripetere anche a tutto il resto delle marinerie. Infatti, come oggi è toccato ai pescatori che operano da Pula a Costa Rei, quindi fuori dai poligoni già oggetto di interdizione, domani si potrà replicare la stessa imposizione anche in altre zone finora libere da vincoli militari. Senza che nessuno si possa opporre o almeno concordare una sorta di risarcimento”.

Secondo le cooperative, lo stop alla pesca è avvenuto senza alcuna comunicazione preventiva. “È ancora più grave che si cerchi di addossare ai pescatori la colpa di esserne venuti a conoscenza ad esercitazioni già in atto solo per non avere visto le ordinanze affisse nelle Capitanerie di Porto. Nell’epoca in cui l’informazione è diventata fondamentale sarebbe stato opportuno utilizzare ogni mezzo di comunicazione per avvisare i pescatori attraverso i giornali, le tv e i social, invece che abbandonarli a se stessi e trincerarsi dietro il solito paravento de ‘la legge non ammette ignoranza'”.

Dai pescatori arriva, infine, un appello alle istituzioni: “Ci aspettiamo che la Regione condivida le argomentazioni dei pescatori sardi, già allo stremo per la crisi esistente, compresi i ritardi degli indennizzi e delle restrizioni già in atto, sostenendo con forza le ragioni del comparto. Come associazioni di categoria pesca, ci mobiliteremo per capire se ci sarà la possibilità di opporsi legalmente ad eventuali repliche di questo brutto film e per indennizzare le marinerie del sud Sardegna per i danni subiti da questi 15 giorni di incomprensibile e ingiustificata limitazione del diritto al lavoro per i pescatori”.

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