Loddo, il sindaco di Tertenia: “Perché la ruspe arrivano tutte da noi?”

“Non sono contro la legalità, ma mi chiedo: perché Tertenia è l’unica zona in Italia dove si effettuano demolizioni? Vorrei che qualcuno me lo spiegasse, visto che non siamo l’unico posto al mondo dove sorgono villette abusive” .

E’ addolorato Luciano Loddo sindaco di Tertenia per l’inizio di una seconda mattinata sul fronte delle demolizioni, dopo che ieri è caduta sotto i colpi delle ruspe la prima villetta, di proprietà della famiglia Tegas di Perdasdefogu. Una villa di 102 metri quadri realizzata a meno di 200 metri dalla spiaggia di “Foxi Manna” nella marina di Sarrala.

E’ stata rasa al suolo, su ordine del procuratore della Repubblica di Lanusei,  dopo molti anni dalla sentenza.  Una sola ruspa, con l’aiuto di un centinaio di uomini di Polizia e Carabinieri, è riuscita a farsi largo tra un centinaio di terteniesi, donne e bambini compresi, che a metà gennaio erano riusciti a bloccare un primo tentativo di demolizione ordinato sempre dalla Procura.

Secondo il sindaco, questa situazione “non è che la punta dell’iceberg di una serie di errori inanellati nel corso di un quindicennio dalle passate procure e dai terteniesi”. Questi i termini del contenzioso: “La disperazione di oggi delle 56 famiglie proprietarie delle villette dichiarate abusive e perciò da demolire , è il prodotto di una serie di negligenze. In questa zona gli abusivi sono stati realizzati tra il 1995 e il 2005, ma fin dal Duemila ci sono state le prime sentenze passate in giudicato. Domanda:  perché non si sono attivate le  ruspe allora? Si sarebbe impedito che altri costruissero e che il paese vedesse oggi, uno scempio di queste proporzioni”.

E invece no, i terteniesi e gli abitanti della zona, con la speranza che prima o poi arrivasse il condono,  hanno continuato a costruire: nella marina di Sarrala sono nate come funghi un centinaio di villette, non solo le 56 finite nel mirino della Procura. Altre sono state ‘salvate’ dalla prescrizione. Alcune di queste ville sono seconde case, altre sono prime case, spesso il regalo di genitori che quando i figli  si sono sposati hanno rinunciato alla “casa delle vacanze”. L’atteso condono non è mai arrivato. E’ arrivato, invece,  il pugno di ferro del procuratore Fiordalisi.

Il sindaco non si dà pace, perché, secondo il suo parere, si sarebbe potuto prevedere un “piano B” per evitare sofferenza e dolore in un territorio stremato dalla crisi: ”Come amministrazione – spiega – abbiamo intrapreso un percorso per dare in tempi brevi un nuovo piano urbanistico al paese. Dopo varie vicissitudini siamo riusciti a dare l’ incarico a un professionista di un certo livello. Personalmente ho tentato di dialogare con la procura di Lanusei, a cui ho sempre chiesto di darci il tempo di fare questo piano. Devo dire che ho trovato disponibilità, ma sul fronte delle risposte concrete alla fine c’è stata una chiusura. Mi addolorano molto le demolizioni.   Molte di queste sarebbero potute rientrare nel nuovo Piano urbanistico comunale, soprattutto quelle limitrofe al paese”.

Tecnicamente sarebbe stata ampliata la zona B e alcune di queste villette sarebbero state sanate. Si trattava di presentare una richiesta di “riesame del processo”, con quello che tecnicamente si definisce “incidente di esecuzione”. Ma non c’è stato il tempo.

Tertenia è un paese di 3mila 900 abitanti situato a 10 chilometri dalla costa. Nel periodo estivo gli la popolazione quadruplica e arrivare a più di 15mila abitanti proprio per via delle seconde case costruite nella marina che si estende per una decina di chilometri Il turismo è vitale. Infatti d’inverno l’economia annaspa.

Loddo, sindaco da due anni, simpatizzante dellUdc, a capo di una lista civica che spazia dal Pd e all’Idv, racconta l’evoluzione della crisi degli ultimi anni: ”Siamo stati bene fine al 2006, c’era ancora il boom edilizio. Io non sono per lo sviluppo selvaggio, ma per uno sviluppo equilibrato della costa. Dove si può costruire voglio che vengano date le volumetrie. Abbiamo un piano regolatore vecchio di 34 anni. Ci volevano delle nuove regole. Si è passati dal troppo prima del 2006 al nulla dopo il 2006. Ora le imprese hanno chiuso e molte stanno chiudendo. Queste demolizioni ci metteranno in ginocchio”.

Oltre al problema delle demolizioni ora il primo cittadino si trova un’altra patata bollente: la segnalazione alla Procura nei confronti di alcune donne di Tertenia che ieri mattina avrebbero usato i figli come scudi umani per evitare le ruspe: ” Non ne so niente – commenta – l’ho appreso stamattina dai giornali. Spero solo che non si aggiungano altri problemi a quelli che già ci sono”.

Maria Giovanna Fossati

 

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