Pecore annerite, il patron di Ottana Energia Clivati: “Centrale incolpevole”

Nessun collegamento tra l’inquinamento nella piana di Ottana, culminato con il manto delle pecore diventato improvvisamente nero, e la centrale elettrica di Paolo Clivati. Ne è convito lo stesso imprenditore bresciano, proprietario di Ottana Energia, che contesta le conclusioni della Procura di Nuoro che lo indagato, insieme al caporeparto dell’impianto, Mario Tatti, proprio in relazione ai problemi ambientali della zona. “E’ il caso di precisare – spiega Clivati – che i soggetti personalmente coinvolti nell’indagine avranno modo di svolgere compiute difese nel pieno contraddittorio del processo. In questa occasione si potrà evidenziare l’erroneità ed incongruenza delle conclusioni alle quali hanno ritenuto di pervenire i Consulenti di parte del Pm”.

L’inchiesta della Procura è stata coordinata dal sostituto procuratore Andrea Vacca. I risultati delle perizie tecniche avvalorerebbero un legame tra lo scoppio avvenuto nella centrale elettrica il 13 aprile 2013 e l’inquinamento nella piana di Ottana. Il primo punto che il patron di Ottana Energia mette in evidenza è un passaggio della relazione dei periti che “esclude la presenza di un pericolo per la salute per le persone e gli animali residenti o stanzianti nelle aree indagate”. Una conclusione cui tempo addietro, sottolinea Clivati, era pervenuto anche dall’Istituto Zooprofilattico di Sassari. “Ed è sempre la medesima perizia dei tecnici del Pm – prosegue l’imprenditore – a mettere in dubbio che il materiale rinvenuto possa aver contaminato l’acqua e le falde circostanti. Un fatto già verificato a dalle analisi accurate del Corpo Forestale all’epoca dei fatti”. Inoltre la teoria dell’esplosione della caldaia, secondo Clivati, non sarebbe sostenibile: “Se la caldaia fosse esplosa l’onda d’urto l’avrebbe mandata in blocco e fuori servizio, cosa che non è avvenuta. Il boato sentito è invece quello dell’apertura di una valvola di sicurezza che ha sfiatato vapore in atmosfera. Nessuna corrispondenza è stata trovata, poche settimane dopo l’evento, nei terreni nelle acque nel fogliame, sugli alberi sulla lana delle pecore e sugli indumenti di chi ha percorso i campi. La sola correlazione di ‘materiale carbonioso’ è stata ravvisata da parte dei consulenti del Pm esclusivamente su una mattonella e su una pietra. E’ sufficiente per pervenire ad un giudizio finale di colpevolezza?”, conclude Clivati ricordando che la Centrale di Ottana ha conseguito l’Autorizzazione integrata ambientale nel settembre 2013.

 

 

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