Orgosolo, trovati altri dieci scheletri. Sfuma l’ipotesi del cimitero dell’Anonima

Quasi un centinaio di nuovi reperti: quattro teschi, ossa delle braccia e delle gambe, appartenenti ad almeno una decina di persone. Anche a un bambino e a un donna. Sono stati scoperti, dopo un nuovo sopralluogo, dagli agenti della Forestale questa volta assieme ai carabinieri, nella grotta del Supramonte di Orgosolo dove lo scorso 14 aprile erano stati trovati i resti di altre tre persone. Si era parlato di “cimitero dell’Anonima” ipotizzando che potesse trattarsi dei resti di ostaggi mai tornati a casa. Un’ipotesi che le nuove scoperte indeboliscono.

Ancora non si hanno i risultati del test del Dna al quale la Procura di Nuoro ha sottoposto il primo gruppo di reperti. Dunque non è stata ancora effettuata una datazione delle ossa. Che, in ogni caso, avrà un’approssimazione di almeno una decina di anni. Ma già agli investigatori appare improbabile che dei banditi abbiamo utilizzato lo stesso luogo per occultare i resti delle loro vittime. Un’operazione inutile e molto rischiosa in un territorio nel quale i nascondigli non mancano.

Fatto sta che il mistero della grotta di Sos Orane s’infittisce. Una serie di indizi – la totale assenza di oggetti o di indumenti – porta a ipotizzare una datazione remota, distante dagli anni Sessanta-Ottanta, cioè dalla fase compatibile con l’ipotesi “cimitero dell’Anonima”. Ma il fatto che uno dei teschi trovati il 14 aprile presentasse un foro, come di un proiettile, continua ad accreditare l’idea che il cimitero nasconda qualche antica storia di criminalità.

A condurre le indagini è il sostituto procuratore della repubblica di Nuoro Giorgio Bocciarelli che ha affidato l’incarico di eseguire gli esami scientifici al medico legale Vindice Mingioni. Si tratta di analisi complesse, che richiederanno tempi lunghi, alle quali parteciperanno anche gli specialisti del Ris.

Di certo la notizia del ritrovamento ha riacceso le speranze di molti familiari di ostaggi mai tornati a casa di avere finalmente una tomba su cui piangere. Diverse telefonate sono giunta alla procura della Repubblica di Nuoro. Secondo quanto riporta la Nuova Sardegna hanno tra gli altri chiamato i familiari dell’imprenditore tedesco Reiner Peter Besuch, sequestrato aa Porto Taverna nel 1978. Per tutti la stessa risposta: “Non c’è alcun elemento a sostegno di quella ipotesi. E’ necessario completare le analisi”.

N.B.

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