Orgosolo e il bar dei “capelli bruciati”. La titolare: “Ti prego Federico, torna”

“Sono la barista di Orgosolo, sono ancora scioccata. Le mie dipendenti sono testimoni della crisi di pianto che ho avuto dopo che hanno bruciato i capelli quel ragazzo. Invito Federico a venire a trovarci nuovamente perché Orgosolo è ben altro, anche se so che niente potrá cancellare un esperienza cosi traumatizzante. Ciao Federico”.

Risponde così Tania Puddighinu, 38 anni, la proprietaria del bar di Orgosolo in cui un gruppetto di balordi ha appicato fuoco ai lunghi capelli di Federico Coni, artista 34enne di Ales, mentre domenica sera sorseggiava un caffè nel suo locale, in occasione della manifestazione “Autunno in Barbagia”.

Tania di primo mattino scrive un post su Facebook, dopo essere venuta a conoscenza della lettera di Federico, postata sempre sul social network, nel pomeriggio di ieri. Il ragazzo, con toni pacati, ha raccontato la sua disavventura, vissuta una domenica di ottobre, quando migliaia di visitatori si sono riversati per le vie di Orgosolo. Visitatori che soprattutto nel tardo pomeriggio, hanno preso d’assalto il bar della signora Puddighinu con ampia terrazza e poltroncine comode, proprio al centro del Corso Repubblica.

Anche Federico, a conclusione di una giornata intensa, aveva deciso di fermarsi nel bar insieme a una amica. Ma il racconto su Facebbok di quest’ultima fase della giornata lascia di stucco. “Dopo una bellissima giornata di festa” i due amici pensano di entrare al bar a prendere un caffè prima del rientro a casa. Ciò che è accaduto Federico lo racconta così: “Stavo finendo di sorseggiare il mio caffè, mi giro in direzione per il bagno per vedere se era tutto apposto (dove nel frattempo era andata l’amica di Federico, ndr) e dietro di me due ragazzetti si avvicinano al bancone. Un attimo e si spostano. Immediatamente sento una sorta di crepitio che mi percorre la schiena e un improvviso odore di bruciato. C’ho messo niente a realizzare che il bruciato proveniva dalle mie spalle, ed erano i miei capelli, che porto lunghi alla schiena da quando sono ragazzino”.

“Un attimo e afferro la mia chioma bloccando la fiamma, e una brace di capelli bruciati mi cade sul braccio destro, due ciocche lunghe cadono a terra. La ragazza del bar sgrana gli occhi e i signori di fianco sentono ovviamente l’odore di animale bruciato. I ragazzetti alle mie spalle sono seduti al tavolino, con uno sguardo fisso, né una risata, né un sogghigno”.

Federico non reagisce e spiega anche il perché: “Reagendo non avrei fatto null’altro che farmi aumentare il senso di stizza. Sì, potevo andare in caserma dalla Polizia locale a sporgere denuncia. Ma a me non piace fare queste cose. Mi è bastato fare una chiacchierata salutando i ragazzi al parcheggio al campo sportivo, dove avevo ancora la macchina, mortificati per l’azione di un loro giovane compaesano buzzurro. Mi hanno chiesto qual era il bar, lungo il Corso e io gliel’ho indicato. Ci penseranno loro a sapere chi è lo sciagurato. A me non interessa. Mi dispiace che mentre persone laboriose lavorano per onorare il proprio paese, qualche stronzetto insignificante rovini il loro lavoro e il loro entusiasmo. Questi giovani balordi vanno educati al rispetto del prossimo, prima di fargli pagare con la giustizia il fatto di aver commesso un reato contro la persona”.

Tania Puddighinu, è ancora molto scossa. E dice di essersi accorta in ritardo dell’incidente: “Eravamo in tante a lavorare nel locale che in quel momento era strapieno. A Federico e alla sua amica ho servito io il caffè. L’episodio però è successo mentre mi trovavo nella terrazza a servire altri clienti. Quando sono rientrata dentro il bar ho sentito un terribile odore di bruciato, ho chiesto spiegazioni e mi è stato raccontato ciò che era successo. Federico però non c’era più. Non sono riuscita nemmeno a salutarlo con tutta quella confusione. A quel punto era troppo tardi: da sola non potevo fare un granché. Mi sono seduta e ho avuto una crisi di pianto, sono stata male”.

Ma cosa può aver scatenato i balordi a un gesto del genere? “L’unica cosa può essere la lunghezza dei capelli, una cosa che dal loro punto di vista magari rende ‘diversi’, ma non so di preciso cosa sia stato. Se fosse così vuol dire che aveva ragione Jim Morrison tanti anni fa quando diceva: ‘Solo Gesù Cristo può permettersi di andare in giro con cappelli lunghi senza essere tacciato di essere gay’. Ma adesso siamo nel 2013-continua Tania- e tanta acqua è passata”.

I balordi a quanto pare non sono stati ancora individuati: “Sono passate da noi centinaia di persone domenica scorsa, ma pur provando a mettere a fuoco il momento non è facile risalire ai colpevoli”. La barista di Orgosolo non riesce a trattenere le lacrime quando pensa a ciò che sarebbe potuto succedere: “E’ un episodio di violenza pesante, non si tratta di uno scippo o di un furto di macchina, c’è stato un attentato contro una persona”. E il giorno dopo nel bar c’era ancora l’odore dei capelli bruciati: “Mi son fatta un altro pianto quando ho visto le due ciocche di capelli di Federico a terra, a testimoniare la gravità dell’accaduto – continua Tania-. Sono cose che ti demoralizzano tantissimo; a volte vorrei mandare tutto all’ aria perché è inconcepibile metterci l’anima nel mio lavoro e poi assistere a questa scene di violenza. Ora ciò che desidero è che Federico torni a Orgosolo, vorrei parlargli. Per questo lo invito a cercarmi, anche su Fb”.

Maria Giovanna Fossati

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