Ondata di calore in arrivo sull’Isola: picchi di 40 gradi. Ed è allarme siccità

Il giugno più caldo degli ultimi dieci anni dà un altro colpo di coda. A partire da questo fine settimana – dopo un parziale abbassamento delle temperature – arriverà un’ondata di calore che colpirà tutta l’Italia e, dalla prossima settimana anche la Sardegna. L’anticiclone Caronte porterà, secondo i meterologi, ancora caldo e afa, anche nelle ore serali, soprattutto nelle città. Tutta l’Europa centro occidentale sarà coinvolta e le perturbazioni e piogge atlantiche resteranno ancora lontane. Questo l’inizio ufficiale dell’estate nell’Isola, una delle regioni più calde d’Italia, tuttavia le città sarde non sono considerate tra quelle più a rischio Il quadro è offerto dal bollettino del ministero della Salute, secondo cui già da oggi sabato, si raggiungerà “il livello 3 – rosso” di afa in dieci città (Bologna, Bolzano, Brescia, Perugia e Torino; domenica invece allerta per Ancona, Campobasso, Firenze, Perugia e Pescara). I picchi di temperature raggiungeranno anche i 40 gradi. Per questo sono state diramate le consuete misure di buon senso di prevenzione soprattutto riguardo ad anziani, bambini e chi soffre di malattie croniche: evitare il sole diretto nelle ore più calde. In Sardegna – secondo i meterologi – si attendono comunque “punte superiori ai 35 gradi, tasso di umidità in aumento con afa specie sui litorali. Venti deboli di brezza con mari quasi calmi o poco mossi”. Nelle pianure dell’interno potrebbero arrivare anche i temuti 40 gradi. E niente piogge o cieli velati.

 

ondata calore

 

Sardegna a secco

Da mesi il cielo azzurro non concede temporali, non solo in Sardegna (nelle immagini Nasa il confronto rispetto a due anni fa). La siccità vale per tutta la penisola: il Po a a 30 chilometri dalla sorgente ha una profondità appena di tredici centimetri. Proclamato lo stato di emergenza in pianura padana e nelle province di Parma e Piacenza; in Sardegna da tempo è stato chiesto lo stato di calamità. I problemi più gravi per grandi colture non irrigue e gli allevamenti zootecnici. E ieri è stato presentato un piano di interventi da da 50 milioni di euro sulle dighe sarde dall’assessore ai Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, e l’amministratore unico di Enas, Giovanni Sistu, insieme al presidente della Regione Francesco Pigliaru. In particolare – hanno fatto sapere – la mancanza di piogge unita alle gelate dell’inverno scorso che hanno distrutto il foraggio è stato il motivo per cui la Regione ha potuto chiedere al ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, lo stato di calamità naturale. “Le situazioni peggiori- ha dichiarato Sistu – sono riscontrabili nella Nurra, nel Sulcis, e nella zona di Posada“. Tuttavia – ha precisato – l’uso di acqua potabile è garantito per tutto l’anno e per tutta l’Isola, e non è prevista alcuna restrizione”.

foto_nasa siccità

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