Omicidio Dore, l’amante del marito: «Avevamo squallidi rapporti in studio»

Anna confessa: “Avevamo fugaci e squallidi rapporti in studio (nello studio dentistico)“. A parlare, in un interrogativo segreto con gli inquirenti avvenuto ad Abbasanta, è stata cinque mesi fa l’amante di Francesco Rocca, il marito di Dino Dore, accusato di essere stato il mandante dell’omicidio della moglie, uccisa nel garage della sua casa di Gavoi il 26 marzo 2008.

Dunque, potrebbe essere stato un movente passionale a spingere Rocca a organizzare il piano omicidio contro la moglie, reclutando come assassino (a pagamento) Pierpaolo Contu, l’operaio di Gavoi allora diciassettenne, portato nel garage dallo stesso Rocca che lo aveva caricato nel bagagliaio della sua Bmw. Rocca, che oggi ha 43 anni, aveva l’amante ai tempi dell’omicidio, e si sapeva da tempo. Anna però ha raccontato molti dettagli sulla loro relazione, come scrive oggi L’Unione Sarda in edicola. Ma altri particolari, molto più agghiaccianti per la vittima sono venuti fuori l’altro giorno: Dina Dore ha strappato dal viso il passamontagna del suo assassino e gli ha detto “perché mi fai questo?”.

Anna, che ha quindici anni in meno rispetto al dentista, ha detto intanto di essersi pentita di non aver parlato prima, visto che si è decisa solo quando Rocca era in carcere da tre mesi. “Avevo paura – ha spiegato agli inquirenti -. Ho sbagliato a non dire la verità. Il rapporto con Francesco è iniziato poco tempo dopo che ho cominciato a lavorare con lui a tempo pieno, ai primi dell’ottobre 2007. Prima andavo saltuariamente, quando c’era necessità».

Gli altri particolari, sempre raccontati dal quotidiano di Cagliari, in un articolo di Maria Francesca Chiappe: “Non potendoci frequentare in pubblico avevamo fugaci e squallidi rapporti in studio. Non mi sono mai innamorata di lui né gli ho mai promesso di sposarlo o di iniziare una relazione stabile proprio perché si trattava di un uomo sposato e con prole. Non lo ritenevo, tra l’altro, l’uomo adatto per me: era di una diversa posizione sociale che mi faceva sentire un po’ una sfigata. In quel periodo il rapporto col mio fidanzato era in crisi e questo ha contribuito al mio avvicinamento a Rocca. Quest’ultimo alternava momenti in cui mostrava un forte sentimento affettivo nei miei confronti, e altri in cui mi snobbava totalmente”.

Venerdì, in Corte d’assise a Nuoro c’è la seconda udienza del processo Dore. E Rocca andrà in aula con un altro punto a suo sfavore, visto che la Cassazione ha confermato l’arresto.

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