Omicidio Dore, la difesa di Rocca vuole citare come teste l’ex ministro Pisanu

L’ex ministro dell’Interno, Beppe Pisanu, potrebbe essere il prossimo teste della difesa nel processo in Corte d’Assise a Nuoro contro Francesco Rocca, il dentista di Gavoi accusato di essere il mandante dell’omicidio di sua moglie, Dina Dore, avvenuto nel marzo 2008. Sarà il presidente della Corte, Antonino Demuro, a pronunciarsi nei prossimi giorni sulla richiesta avanzata stamane in aula dai difensori dell’imputato.

L’acquisizione delle prove in dibattimento avrebbe dovuto terminare oggi con la deposizione del padre di Rocca, ma i legali del dentista hanno chiesto di poter sentire altri testi, a partire da Pisanu, invocando l’ex articolo 507 del codice di procedura penale in base al quale in presenza di nuovi elementi il giudice può disporre l’assunzione di nuovi mezzi di prove. È stato il padre dell’imputato, Antonio Rocca, a citare l’ex
ministro in veste di amico di famiglia ribadendo anche questa mattina in aula di essersi rivolto a lui nel 2010 quando si paventava l’archiviazione del processo. “A Pisanu – ha ricordato davanti alla Corte – avevo detto che sarebbe stata una vergogna se questo omicidio fosse restato impunito, bisognava fare qualcosa”. Una deposizione durata circa un’ora in cui il teste ha ribadito: “Mio figlio è innocente, la verità verrà fuori” e ha parlato degli “ottimi rapporti” con la famiglia Dore prima del delitto e anche con la famiglia Lai prima che “scoppiasse la bomba”, quando cioè Stefano Lai svelò agli inquirenti che ad uccidere Dina Dore era stato Pierpaolo Contuil giovane già condannato in primo e secondo grado come esecutore materiale – il quale si era confidato con lui addossandosi la responsabilità, indicando il marito come mandante e sostenendo di essere stato pagato per commettere l’omicidio. Insieme a Pisanu la difesa ha chiesto che siano sentiti il capo di gabinetto della questura di Nuoro, Fabrizio Mustaro, due agenti di polizia e tre persone di Gavoi.

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