“Per tre mesi abbiamo subito la presenza di aziende esterne che non facevano i lavori che noi avremmo potuto fare, anziché essere licenziati, ecco perché abbiamo reagito”. A sette giorni dall’occupazione delle officine a 180 metri di profondità, i minatori di Olmedo spiegano così le ragioni della loro lotta.
Protestano da aprile, quando è stata comunicata la messa in mobilità. “Alla vigilia dell’apertura delle buste per le manifestazioni di interesse di eventuali aziende che vogliano subentrare alla S&B, abbiamo deciso che non siamo disposti ad accettare altri giochini”, dicono gli operai. In tutto i dipendenti dell’impianto di estrazione della bauxite sono 35.
Dieci di loro sono protagonisti dell’occupazione nel sottosuolo e hanno scelto il silenzio più assoluto. Gli altri fanno la spola tra i cancelli del sito e l’imbocco degli impianti.
I minatori hanno ricevuto la visita di Michele Piras, deputato di Sel. “Faremo pressing sul governo, sulla Regione e sull’opinione pubblica perché questa vicenda venga affrontata col massimo dell’impegno e della celerità”, è la rassicurazione del parlamentare sardo ai lavoratori.
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