Una decina di bustoni neri pieni di vestiti, per bambini e adulti, roba che doveva finire nelle case degli alluvionati. Invece la Polizia municipale di Olbia li ha trovati in una discarica, in via San Giuseppe, nel quartiere di Santa Mariedda, periferia ovest della città, una delle zone più colpite dalla furia di Cleopatra. È scattata una denuncia contro ignoti: il comandante Gianni Serra è al lavoro per capire “quale azione criminale si nasconda dietro quegli indumenti sottratti alla catena della solidarietà”.
Via San Giuseppe è una strada sterrata e isolata: condizione ideale per chi, ieri, voleva disfarsi di quei bustoni. I vigili urbani ne hanno trovati una decina, “ma erano molti di più”, fa sapere Serra. Così gli agenti hanno raccontato gli abitanti della zona.
Il comandante sta accelerando sull’indagine: “Spero che entro domani riusciamo a ricostruire con precisione il giro che c’è dietro il traffico di vestiti”. Un elemento è stato chiarito: quella roba, nuova ma anche usata, è arrivata a Olbia da Massa Carrara. Precisamente da una scuola elementare che, all’indomani dell’alluvione, aveva fatto una raccolta per gli olbiesi.
“È inaccettabile – spiega il comandante – che qualcuno speculi sul dramma di tante famiglie colpire da Cleopatra. L’evento è stato drammatico e ha messo in moto una commovente catena della solidarietà a cui, a ben vedere, si sono aggiunti potenziali criminali”.
Dal giorno dell’alluvione, a Olbia, sono stati diversi i casi di sciacallaggio. Ma “finora – sottolinea il comandante – sulla raccolta di vestiti, cibo e mobili non si era registrato alcun episodio spiacevole. Tutto stava passando per i depositi e i centri di smistamento individuati dall’Unità di crisi”. La polizia municipale ha fretta di chiudere intorno intorno ai quei bustoni neri. “Chi ha sbagliato – chiude Serra – è giusto che paghi”.
Foto di Luigi Folino