Odissea per 250 sardi in rientro da Lourdes, la nave parte senza di loro

Pellegrinaggio doveva essere e pellegrinaggio è stato per 250 degli oltre 500 fedeli partiti tra il 10 e il 12 luglio dalla Sardegna per Lourdes. Circa 300 hanno viaggiato in aereo all’andata e al ritorno, gli altri 250, tra cui molti anziani e oltre 50 malati, sono partiti da Cagliari in pullman ma non sono ancora rientrati. Si trovano a Barcellona: da lì avrebbero dovuto raggiungere Porto Torres in nave e proseguire sino al capoluogo. Il traffico nelle autostrade francesi per un incidente che non li ha coinvolti, ha però rallentato il loro cronoprogramma di viaggio. E pur avendo comunicato per tempo il disguido alla compagnia di navigazione Grimaldi, sono rimasti a terra. Ha raccontato tutto all’ANSA don Marco Rotondo, padre spirituale dell’Unitalsi per il Sud Sardegna, che comprende Ogliastra, Oristano, Cagliari e le sottosezioni di Ales, Quartu Sant’Elena e Iglesias. Pensando a parenti e amici nell’isola, parte dalle buone notizie. “Si sta concludendo tutto al meglio, domani alle 17.30 saremo a Cagliari, dopo lo sbarco in mattinata a Porto Torres”, rassicura. “È stata una situazione drammatica – ammette – pretendiamo che Grimaldi spieghi perché ha ignorato la comunicazione di ritardo data cinque ore prima della partenza”.

Il gruppo era partito da Cagliari tra il 10 e il 12 luglio con cinque pullman diretti a Porto Torres per l’imbarco verso Barcellona, da lì hanno raggiunto Tolone e poi Lourdes. Finito il pellegrinaggio, ieri la comitiva si è rimessa in viaggio per Barcellona, da dove raggiungere la Sardegna. “Dopo venti chilometri ci ha rallentato un incidente in autostrada – racconta il prete – alle 16.50, avendo capito la portata del ritardo, abbiamo avvisato la compagnia Grimaldi, con cui saremmo dovuti salpare alle 22.15”. Nonostante la comunicazione, la nave è partita puntualissima. Non solo. “Ci hanno lasciato senza assistenza, con poca luce, senza aver cenato, i malati costretti a dormire in pullman o nelle carrozzelle”, denuncia don Marco. La comitiva ha occupato il terminal. Grazie alla collaborazione delle autorità civili e religiose di Cagliari e Barcellona, ora è tornato il sorriso. “È troppo facile fare i pellegrini nelle città sante, evidentemente questa prova andava fatta, la fede e il senso di fratellanza ci hanno permesso di superarla con felicità”, dice don Marco per provare ad andare oltre. Ma il dubbio gli resta. “Perché, sapendo cinque ore prima di quel ritardo di cui non avevamo colpa – chiede – hanno lasciato a piedi 250 passeggeri, compresi malati e anziani?”.

“L’imbarco era alle 21.45, la partenza alle 22.15, l’Ufficio passeggeri è stato contattato alle 19.07, quando ancora i pullman erano a 300 chilometri – scrive Grimaldi nella nota di replica – abbiamo assicurato che i pellegrini sarebbero ripartiti oggi senza ulteriori costi, ma i responsabili del gruppo hanno escluso la riprotezione e hanno detto che avrebbero fatto di tutto per far arrivare i bus in tempo per l’imbarco”. A quel punto la compagnia ha interpellato il comandante della Cruis Barcelona. Di fronte al previsto peggioramento delle condizioni meteo, col rischio che alla fine non partisse nessuno, ha sconsigliato di aspettare i pellegrini sardi, che per la precisione erano 238, 45 dei quali malati. “Alle 21.45” il responsabile di Unitalsi “ha richiamato e gli è stata ribadita la disponibilità a far partire il gruppo oggi – insiste Grimaldi – la sua ultima telefonata è delle 22.13, ma i bus non erano ancora in porto”. La nave è salpata alle 22.20 con a bordo 1.293 passeggeri e 145 camion e semirimorchi, fa presente la compagnia. “Il primo bus è arrivato dopo la partenza della nave, seguito dagli altri – è la precisazione -. I pellegrini sono stati accolti dal nostro personale e sistemati per la notte nel terminal, dove hanno usufruito delle varie strutture”. Oggi ripartiranno tutti con la Cruis Roma con posti in cabina o in poltrona. (ANSA)

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