No all’odio e alla discriminazione: nasce nell’Isola la rete Umani sopra-tutto

“I fatti di cronaca nazionale ed internazionale stanno evidenziando una crescente intolleranza nei confronti dei ‘diversi da noi’ che, se non arginata, può portare ad un processo di ‘de-umanizzazione’ dell’altro: lo straniero, il disabile, l’omosessuale, il povero e tutti i soggetti deboli. Il linguaggio sta divenendo sempre più aspro e anche coloro che dovrebbero demarcare un confine non superabile, come giornalisti, informatori, politici, personaggi pubblici, spesso utilizzano frasi e termini che travalicano questo limite, creando veri e propri discorsi d’odio”. Comincia così la prima nota ufficiale inviata dalla rete “Umani sopra – tutto“, organizzazione che ha riunito, finora, 35 associazioni e movimenti sardi per una lotta comune contro pregiudizi, paura, discriminazioni e violenza.

Hanno aderito l’Associazione Acos, Action Aid, Agedo, Aifo, Associazione Alisso, Anpa Sardegna Onlus, Anpi, Amici di Sardegna, Amnesty International Sardegna, Arc, Arci, A.S.A.R.P., A.Se.Con Amici senza confini ong, Banca Etica, Casa Emmaus, Chiesa Evangelica Battista, Co.Sa.S., Emergency, Associazione Eutropia, F.I.C.C., Genti de mesu – mediatori di Pace Sardegna, Gruppo Umana Solidarietà Gus, Il giardino di Clara, KaraLettura, Associazione Cooperazione e confronto Onlus La Collina, Liberos, Los Quinchos, Mani Tese, Movimento Omosessuale Sardo, Noi donne 2005, Oscar Romero, Philia aps, Rete Radiè Resch – Cagliari, Associazione nazionale Them Romani onlus, Associazione Zoe – Progetto antispecista.

“Il discorso d’odio incita al pregiudizio, alla paura, alle discriminazioni e persino alla violenza contro una o più persone sulla base dell’appartenenza, vera o presunta, a un gruppo sociale, a un’etnia, religione, orientamento sessuale, l’identità di genere o su particolari condizioni fisiche o psichiche – prosegue la nota – Si tratta di violenze verbali, in alcuni casi trasformate anche in fisiche, dagli esiti talvolta tragici. Stereotipi e pregiudizi colpiscono ormai tutta la popolazione e sempre più spesso i difensori dei diritti umani sono impotenti di fronte al dilagare di luoghi comuni e di interpretazioni falsate di dati e numeri oggettivi. Siamo pervasi da una costante rimozione della morte, da una collettiva indifferenza e incapacità di usare l’empatia nei confronti degli altri. Le prime vittime di tutto ciò sono i più deboli, le persone emarginate, coloro che non hanno mezzi e modi per difendersi e creare una nuova narrazione: migranti, Rom, in generale tutte le minoranze, ma anche tutte e tutti coloro che cercano di contrastare discorsi e azioni xenofobe, razziste, populiste: vale a dire le ONG, le associazioni di volontariato che si impegnano quotidianamente nel rispetto dei principi fondamentali della Dichiarazione dei Diritti Umani del 1948, della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali del 1950, nonché e soprattutto dei principi di solidarietà sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, i singoli cittadini e cittadine che si sentono schiacciati e impotenti di fronte a tale odio. Per questi motivi sentiamo l’urgenza di ribadire insieme l’attualità della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e quindi la necessità di rimarcare l’impegno contro qualsiasi discriminazione. È necessario farci sentire, non essere più una maggioranza silenziosa. Siamo convinti che la nostra indignazione sia condivisa e lavoriamo per esserne l’amplificatore”.

Da settembre la Rete lancerà le prime iniziative sul territorio regionale.

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