No alle bombe prodotte in Sardegna, in centinaia alla Marcia della pace

“C’è lavoro e lavoro. Le fabbriche che producono strumenti di morte come le bombe e quelle che, nell’avvelenare l’ambiente, mettono a repentaglio la salute umana, non creano un’occupazione accettabile”. Queste le dichiarazioni di Marco Mameli, della segreteria della Confederazione Sindacale Sarda durante la 17ma edizione della Marcia della Pace Gesturi-Laconi che si è svolta oggi. In centinaia, con striscioni e bandiere, hanno partecipato alla passeggiata di 22 chilometri, partita dal piazzale della chiesa parrocchiale di Gesturi, con tappa a Nuragus e pranzo al sacco a Crastu, borgata agricola alle porte del paese di Sant’Ignazio.

“La produzione delle bombe a Domusnovas – ha spiegato Mameli – deve essere interrotta e gli stabilimenti riconvertiti come previsto dalla legge 185/90. Nell’immediato, occorre anche applicare le numerose risoluzioni adottate dal Parlamento europeo in tema di esportazioni di armamenti verso l’Arabia Saudita, parte belligerante nel sanguinoso conflitto dello Yemen”. Stesso discorso per le industrie che avvelenano l’ambiente e per i poligoni militari che insistono sul territorio sardo: “Laddove emerge l’insostenibilità ambientale e sanitaria delle produzioni industriali e delle basi militari si manifesta l’obbligo inderogabile di porre fine a quelle attività, bonificare e accompagnare la riconversione di quei territori verso nuovi e sostenibili utilizzi. Solo in questo modo diviene possibile costruire un’economia capace di garantire la vita e la pace”. “La Marcia della Pace – ha concluso – è anche un’occasione per ricordare le 2000 vittime dei bombardamenti su Cagliari del 1943. In quel caso le bombe erano prodotte da altri e i morti erano i nostri. Oggi siamo noi a produrre questo tipo di armamenti, ma la naturale inclinazione del popolo sardo alla pace ci porta a concepire come nostri anche i morti dello Yemen e quanti cadono nelle guerre innescate dalla sete di potenza degli Stati che perseguono una politica espansionistica”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share