Nasce Consulta territoriale: sindaci e comitati contro termodinamici e trivelle

Comitati, comuni e associazioni insieme in difesa delle centinaia di ettari di terreni agricoli che potrebbero essere destinati alla realizzazione di più impianti solari termodinamici. L’unione è stata ufficializzata oggi nell’aula consiliare del comune di Gonnosfanadiga. La nuova Consulta territoriale, questo il nome scelto per il nuovo organismo, nasce per attivare “percorsi virtuosi capaci di realizzare uno sviluppo sostenibile”. E per contrastare “progetti impattanti che causano il  depauperamento dei territori”. Pertanto, in seguito alle indiscrezioni che hanno reso noto il parere favorevole del Ministero dell’Ambiente alla centrale solare di Gonnosfanadiga, il nuovo soggetto non intende perdere tempo. E dà appuntamento a sabato prossimo per un corteo contro i pannelli solari. “Non si esclude l’occupazione delle terre”, precisa il sindaco di Gonnosfanadiga Fausto Orrù. Né “l’allestimento di un presidio permanente all’interno dell’area interessata dal progetto”, aggiunge Luciana Mele del locale comitato Terra che ci appartiene. In piedi anche la possibilità di ricorrere alle vie legali per contrastare il progetto.

“Si tratta di un esperimento inedito”, dichiarano i fondatori del nuovo soggetto, che mette insieme per la prima volta le amministrazioni comunali di Guspini, Gonnosfanadiga, Sardara, Palmas Arborea, Villanovaforru, Decimoputzu e Villacidro (pronta all’adesione, assicurano), i comitati No Megacentrale, Terra che ci appartiene, No Trivelle, No Trivel Paby e, tra gli altri, No megadiscarica di Villacidro. Aderisce alla Consulta anche l’associazione ambientalista Italia Nostra. Al momento, il problema più avvertito è senz’altro quello dell’impianto termodinamico di Gonnosfanadiga. Ma sindaci e comitati non dimenticano gli altri progetti – più o meno dormienti – che coinvolgono il territorio del Medio Campidano: si va dai permessi di ricerca per idrocarburi a quelli per l’energia geotermica. Chiaro il sindaco di Sardara Roberto Montisci a proposito della possibilità che una società toscana vada a caccia del calore del sottosuolo nel suo comune: “Dobbiamo preservare una delle nostre principali fonti di ricchezza, le sorgenti termali, che distribuiscono 120 buste paga. Più in generale – continua il sindaco – occorre orientarsi verso un modello che metta al primo posto paesaggio, ambiente e produzioni d’eccellenza. Questo è ciò che noi oggi definiamo strategico”.

Pertanto, non c’è un no a priori alle energie rinnovabili. Piuttosto bisogna prestare maggiore attenzione a dove e come si produce energia da fonti rinnovabili. “Autoproduzione e generazione distribuita sono allora due parole chiave del nuovo corso, che deve guardare con sempre maggiore attenzione all’implementazione di un’economia circolare, l’unica capace di produrre reale benessere, come indicato dall’Unione europea”, spiega Laura Cadeddu, geologa e membro del comitato No Megacentrale di Guspini.

Nella vicenda del termodinamico non mancano i risvolti politici. A parlarne apertamente è Giuseppe De Fanti, sindaco di Guspini: “Da dirigente del Partito Democratico quale sono, mi vedrò costretto a trarre le mie conseguenze da un eventuale parere positivo del Consiglio dei ministri all’impianto”, dice il primo cittadino paventando la possibilità di allontanarsi dal Pd.

Presente anche l’onorevole Mauro Pili, che si rivolge alla Regione: “Non si limiti a scrivere lettere, ma adisca le vie legali contro la decisione del ministero dell’Ambiente”.

P. L.

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