Monti Prama, quattrocento mila euro per il mistero dei Giganti

Ha preso il via il 5 maggio la nuova campagna di scavi archeologici nel sito di Cabras

Quali misteri nasconde Monti Prama? Perché tremila anni fa le genti di questa parte del Sinis elevarono statue gigantesche a custodia delle loro tombe? Si trattava di sepolture comuni o quelle pietre sono indizio di qualcosa che ancora ci sfugge?

A queste e a infinite altre domande gli archeologi troveranno presto delle risposte: ha preso infatti il via pochi giorni fa la nuova campagna di scavi a Monti Prama, collinetta tra mare e stagni vicino a Cabras, provincia di Oristano. Il terreno oggi appartiene alla Confraternita del Rosario ed è amministrato dalla Curia Arcivescovile di Oristano: un sito che in questi giorni di primavera appare incantevole, circondato com’è da un verde intensissimo su cui si staglia il rosso dei papaveri e il giallo delle ginestre, l’orizzonte verso sud si perde nel bagliore degli stagni.

La campagna di scavi a Monti Prama era attesa da tempo: era il 1979 quando si chiuse l’ultima esplorazione, guidata da Carlo Tronchetti e dalla Soprintendenza di Cagliari e Oristano, che restituì le celebri statue dei Giganti in pietra da qualche mese esposte nei musei di Cagliari e Cabras. Rispetto ad allora, oggi gli studiosi tornano sul campo con metodi all’avanguardia e strumenti di alta tecnologia che permetteranno di condurre indagini mirate e elaborare rilievi sofisticati. Il costo dell’operazione Monti Prama ammonta a quattrocento mila euro: duecento sono già pronti grazie al bando sulla legge regionale 7 del 2007 per la ricerca universitaria, gli altri sono in arrivo dal programma ministeriale per i beni culturali Arcus, gli archeologi lavoreranno sicuramente almeno fino all’autunno.

Una cifra importante che consentirà di scavare l’area della necropoli (lo stesso rettangolo di terra dove 35 anni fa furono recuperati i cinquemila frammenti dei Giganti e vennero trovate circa sessanta tombe a pozzetto), analizzare nuovi materiali e restituire alla comunità una conoscenza finalmente completa del sito. “Cosa ci aspettiamo di trovare? Informazioni e risposte a tanti dubbi – spiega Alessandro Usai, archeologo responsabile scientifico dello scavo insieme a Emerenziana Usai, Raimondo Zucca, Piergiorgio Spanu e Paolo Bernardini. “Le certezze su Monti Prama sono poche, sappiamo di sicuro che ci troviamo in un sito unico in tutta la Sardegna: c’è una necropoli straordinaria con un’alta concentrazione di tombe a pozzetto, e poi queste grandi statue che non hanno riscontro in nessun altro contesto nuragico. Sono tanti i problemi ancora aperti, come la capanna che si trova lì, a pochi metri dalle tombe: era utilizzata nello stesso periodo della necropoli, o appartengono a epoche diverse?”

Ci sarebbe anche il famoso santuario di cui parlano i media: “Per ora nessuna certezza, ci sono solo dei conci isodomi, cioè pietre lavorate di grandi dimensioni che potrebbero appartenere ad un’area sacra costruita in qualche campo vicino, ma a oggi non sappiamo neanche a che periodo appartengono”. I primi giorni delle nuove indagini sono stati impiegati per pulire e delimitare l’area ma presto partiranno i saggi di scavo.

Gli archeologi non cercano oggetti particolari, di certo non si aspettano grandi tesori nascosti sotto terra anche perché l’area è stata sconvolta dai lavori agricoli degli ultimi decenni.”Certo, se trovassimo una statua ancora con la sua base originale sarebbe ottimo prosegue Alessandro Usai – potremmo capire finalmente come erano sistemate le sculture, se costeggiavano una strada o erano posizionate accanto o sopra le tombe. Ad ogni modo grazie a questo scavo ricaveremo sicuramente informazioni preziose per ricostruire la storia di queste genti e capire il significato di un sito così ricco di misteri”.

Francesca Mulas

 

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