Mesina mediatore immobiliare. Per Gianni Giovannelli un interrogatorio imbarazzante

Da una parte il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, sentito come testimone, dall’altra il Pm della procura di Cagliari Gilberto Ganassi. E tra loro l’ombra di Graziano Mesina, tornato in cella poco più di un mese prima. Il verbale di quel colloquio drammatico compare su l’Unione sarda oggi in edicola assieme alla data del processo con rito abbreviato contro l’ex primula rossa e i suoi presunti complici, altri 25 imputati, accusati come lui di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Il processo comincerà il 28 marzo dell’anno prossimo davanti ai giudici del tribunale di Nuoro.

Un interrogatorio, quello di Giovannelli, molto teso, a volte imbarazzato, al limite della reticenza, tanto che il pm richiama più volte il dovere, sanzionato penalmente, di dire la verità. L’interrogatorio avviene il 19 luglio scorso al palazzo di giustizia di Cagliari e ha per argomento la vicenda dei terreni di Capo Ceraso. Una controversia – già riferita dalla stampa –  che si trascinava da anni tra la società che li aveva acquistati (l’Edilizia Alta Italia, controllata dalla famiglia Berlusconi) e un pastore gallurese, Paolo Murgia, che ne rivendicava la proprietà per usucapione. La società del gruppo Fininvest era rappresentata da un dirigente, Renato Corrada, col quale Giovannelli era in contatto, come lo stesso sindaco dice al pm.

Quel che Giovannelli non dice subito è che della questione dei terreni di Capo Ceraso aveva parlato direttamente con Mesina chiedendogli di svolgere un ruolo di mediazione. Ruolo che poi, visto che la trattativa andò a buon fine (i Murgia accettarono di chiudere la controersia in cambio di 700mila euro) fu retribuito: all’ex primula rossa andò una cifra tra i 100 e i 150mia euro.

Ma ecco uno dei passaggi cruciali dell’interrogatorio. Poco prima Giovannelli ha detto di non ricordare di aver avuto colloqui telefonici con Mesina.  Pm : “E’ mai stato a casa di Murgia con Corrada?” Giovannelli: “Non ricordo”. Pm: “Corrada ha dichiarato di aver ricevuto da lei una telefonata nel 2010, mi chiese di passare in ufficio, ci andai il 29 gennaio 2010, Giovannelli mi chiese se avessi problemi a incontrare Murgia insieme a lui, poi mi accompagnò con la sua macchina a casa di Murgia dove c’era anche la moglie del pastore e una persona che mi venne presentata come un vecchio amico del signor Murgia. Quella persona era Mesina. Fuori dalla casa c’era un giovane che non partecipò all’incontro . Lei ha memoria di quell’incontro?” Giovanelli: “Non me lo ricordo ma è possibile. Certamente non accompagnai Corrada a incontrare Mesina. Non avevo alcun rapporto con Mesina”.

A questo punto, il pm legge la trascrizione di una telefonata tra Giovannelli e Mesina del 28 gennaio 2010. Pm: “Dopo aver sentito questa telefonata con Mesina dalla quale risulta in modo inequivocabile che l’incontro fra Mesina e Corrada avvenne con la sua intermediazione, la richiamo all’obbligo, penalmente sanzionato, di dire la verità”. Giovannelli: “Ora che mi è stata letta ho memoria di quella telefonata”.

L’interrogatorio va avanti. Alla domanda se prima di quel 29 gennaio avesse mai parlato con Mesina della questione dei terreni di Capo Ceraso, Giovanneli dice ancora una volta di “non ricordare”. Allora il Pm gli legge la trascrizione dell’intercettazione di una sua telefonata con Mesina avvenuta tre settimane prima, richiamandolo ancora a dire la verità. A quel punto il sindaco di Olbia rammenta la circostanza. E finalmente riassume così il colloquio del 29 gennaio: “Murgia era disposto a transigere, Corrada avrà fatto un’offerta, Mesina avrà detto che avrebbe provveduto lui a liberare i terreni”.

Il verbale si conclude con una domanda del Pm a Giovannelli sul fatto che anche Settimo Nizzi abbia in qualche modo partecipato alla trattative tra Murgia e la società immobiliare nel periodo in cui era comparso Mesina. “Non ho confidenza personale con Nizzi dal 2011 – è la risposta del sindaco – Non so se Nizzi sia intervenuto dopo che Mesina ha iniziato a occuparsi della vicenda”. L’interrogatorio si conclude con un nuovo “non ricordo” di Giovannelli sul compenso di Mesina. “Non ricordo” che, dopo un invito a fare uno sforzo di memoria, diventa questa risposta: “Ricordo che si era parlato di un compenso di cento o centocinquantamila euro”.

 

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