Mater Olbia, entro l’estate 2018 apriranno tutti i reparti

Entro l’estate 2018 tutti i reparti del Mater Olbia, “nessuno escluso e anche quelli privati”, saranno funzionanti a pieno regime. Lo anticipa all’ANSA il manager della Qatar Foundation Endowment Lucio Rispo, che mercoledì 31 accompagnerà la commissione Sanità del Consiglio regionale, presieduta da Raimondo Perra (Psi), nel sopralluogo al cantiere gallurese. Difficile dire oggi quando il primo paziente entrerà nella nuova struttura e quale dei reparti sarà inaugurato per primo. Probabilmente l’avvio ufficiale potrebbe essere dato entro il 2017 con l’apertura dei primi ambulatori e dei laboratori di analisi, visto che le attrezzature sono già state installate. “Nell’ultimo mese siamo stati fortemente impegnati nel lavoro con la Regione Sardegna – spiega Rispo – Sono quasi completati i lavori del corpo centrale, la procedura della fase di autorizzazione si è conclusa in modo positivo a gennaio e per l’accreditamento stiamo lavorando con la Regione, con l’assessorato e con il presidente Pigliaru per definire la configurazione e i servizi dell’ospedale che dovranno essere resi nell’ambito della rete sanitaria sarda”.

Il Mater Olbia, infatti, beneficia di una deroga sul numero dei posti letto – 242 quelli previsti nell’accordo da 55,6 milioni di euro siglato con la Regione per l’effettuazione di servizi nell’ambito del servizio sanitario regionale – concessa dal Governo e dal Parlamento sino al 31 dicembre 2017. Ma questo scoglio sembra essere già superato. “Il Governo nazionale si è già espresso – sottolinea Rispo – rispondendo positivamente durante l’interrogazione parlamentare e fornendoci rassicurazioni in merito: direi che questo non è assolutamente un problema”. Con l’apertura del nuovo ospedale di Olbia, che viene realizzato sull’impianto originario di quello che sarebbe dovuto essere il San Raffaele, la Sardegna punta a diventare attrattore di mobilità sanitaria attraverso un servizio di eccellenza a livello europeo. “L’Isola – puntualizza il manager della Qfe – sarà la seconda regione italiana, e una delle poche, che lo potrà fornire. Questo richiederà da parte nostra ulteriori investimenti – annuncia Rispo all’ANSA – rispetto a quelli già fatti, solo in macchinari per oltre 20 milioni di euro, senza considerare quelli che saremo costretti a fare sulle infrastrutture per poter ospitare i macchinari. Questo significa che stiamo lavorando di buona lena insieme alla Regione e che le cose si stanno facendo”. Secondo le stime iniziali, fatte al momento della firma dell’accordo, l’investimento privato avrebbe assorbito circa 1,2 miliardi di euro.

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