“Mano libera agli inquinatori”. Scontro sul ddl contro gli eco-reati

Tra i tanti illeciti commessi in decenni di ciminiere fumanti, sversamenti a mare e traffici di rifiuti pericolosi mancava solo il disastro ambientale abusivo. La nuova ipotesi di reato la introduce il disegno di legge sugli eco-reati in arrivo alla Camera dopo esser stato approvato da Palazzo Madama lo scorso 4 marzo. In pratica, stabilisce il testo, il disastro e l’inquinamento ambientale costituiranno reato solo se cagionati abusivamente.

Tutto ruota dunque attorno a un avverbio, che esclude la presenza di  illeciti nel caso in cui gli inquinatori siano in possesso delle autorizzazioni rilasciate dalle autorità competenti. E poco importa se le industrie autorizzate cospargono il suolo o rilasciano in atmosfera veleni in quantità superiori centinaia di migliaia di volte il limite.

Sul disegno di legge si dividono oggi le associazioni ambientaliste. Da una parte c’è chi, come Legambiente e Libera, vede nell’immediata approvazione del testo un’irrinunciabile possibilità di inserire i reati ambientali nel codice penale, dall’altra Isde – Medici per l’Ambiente e Grig, Gruppo di intervento giuridico, invitano la politica ad un ulteriore riflessione sul testo da licenziare. “Le nuove norme sono poco chiare, addirittura ambigue ovvero soggette ad interpretazioni che non garantirebbero né la tutela ambientale né la salute dei cittadini”, spiega Vincenzo Migaleddu, presidente Isde- Medici per l’Ambiente Sardegna. “Il rischio è che l’avverbio ‘abusivamente’ finisca per svuotare le nuove norme di ogni significato “, rilancia Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico.

Il rischio è che anche in Sardegna molte inchieste e processi finiscano per essere risucchiati dalle sabbie mobili del nulla di fatto. “A cominciare proprio dall’inchiesta che ha portato agli arresti dei vertici degli impianti E.on di Fiume Santo, accusati dagli inquirenti di disastro ambientale. Ma in possesso di deroghe ministeriali che hanno consentito l’utilizzo dei gruppi 1 e 2 della centrale, quelli ritenuti più inquinanti”, spiega Vincenzo Migaleddu.

Per Deliperi, “il disastro ambientale ‘abusivo’ e la depenalizzazione dei reati ambientali rappresentano un unico disegno”. Il riferimento è al decreto legislativo 28/2015, attuazione della delega affidata al governo dal Parlamento “per escludere la punibilità delle condotte sanzionate con la sola pena pecuniaria o con pene detentive non superiori a cinque anni, quando risulti la particolare tenuità dell’offesa e la non abitualità del comportamento”, precisa Deliperi. E aggiunge: “Il punto è che all’interno di queste categorie rientrano numerosi reati contro la salute pubblica e quasi tutti i reati ambientali”.

“Il disegno di legge sui reati ambientali oggi al vaglio del Parlamento deve anche essere visto in continuità con il trittico normativo (i decreti Destinazione Italia, Ambiente Protetto e Sblocca Italia già convertiti in legge) che nel corso del 2014 ha concesso ai grandi poli produttivi la possibilità di ottenere in fase di Autorizzazione Integrata Ambientale valori limite di emissione più elevati e proporzionati ai livelli di produzione e introdotto la pratica del silenzio-assenso nelle procedure di controllo delle operazioni di bonifica”, aggiunge Migaleddu. E conclude: “ In assenza di efficaci azioni di bonifica i progetti di reindustrializzazione determineranno un ulteriore impatto ambientale e nuove ricadute sanitarie su popolazione già fortemente provate”.

Piero Loi

 

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