L’orrore dietro la morte di Manuel: 18enne ucciso e poi fatto a pezzi

Il corpo Manuel Careddu, il 18enne di Macomer che secondo l’accusa è stato ucciso da cinque coetanei, è stato fatto a pezzi. È questa la prima nota di orrore dietro l’omicidio del giovane, il cui cadavere è stato ritrovato oggi alle 13 nelle campagne di Ghilarza. Stando alle prime indiscrezioni, la morte di Manuel sarebbe una sequenza brutale: il 18enne sarebbe prima stato ammazzato con un piccone: sulla parte anteriore del cranio, spaccato, ci sarebbe un evidente colpo sulla parte anteriore del cranio.

Il corpo di Manuel è stato trovato a una profondità di circa 20 centimetri, in una buca dove questa mattina si è concentrata l’attenzione degli inquirenti in un triangolo di territorio tra Ghilarza, Aidomaggiore e Abbasanta, in provincia di Oristano. Si tratta di una zona rocciosa dove aveva lavorato Christian Fodde, uno degli arrestati (gli altri due maggiorenni finiti in carcere Matteo Satta e Riccardo Carta). Il terreno si trova vicino altri appezzamenti della famiglia dello stesso ragazzo, in località Padru, accanto ad un sentiero che costeggia la strada tra Ghilarza e Domusnovas Canales.

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Per la morte di Manuel sono stati arrestati anche un minorenne di Ghilarza, invece rinchiuso nel carcere minorile di Quartucciu, e una 17enne originaria di Macomer, ma residente ad Abbasanta e che sta per essere trasferita in un istituto della Penisola. La svolta nelle indagini è arrivata la scorsa settimana, grazie a una serie di intercettazioni ambientali che aveva imposto il procuratore Ezio Domenico Basso, presente oggi a Ghilarza quando all’amba è ricominciato il perlustramento della zona. A poche centinaia di metri dalla buca è stata trovata anche una scarpa che con molta probabilità potrebbe appartenere a Manuel.

Proprio il procuratore Basso ha parlato oggi davanti ai giornalisti: “Abbiamo trovato – ha detto – un corpo scheletrito e irriconoscibile, solo l’autopsia potrà fornire gli elementi per dire che si tratta proprio di Manuel Careddu”. Manca ancora la prova definitiva, esame scientifico che accerti l’identità del cadavere trovato, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che appartenga a Manuel. Non fosse altro che stato uno degli arrestati a portare gli inquirenti in quel terreno roccioso dove è stato recuperato il corpo. A scatenare la furia omicidio dei cinque giovani arrestati e accusati  di omicidio premeditato e occultamento di cadavere sarebbe stato il tentativo di non saldare un debito di poche centinaia di euro per l’acquisto di droga. Esiste quindi un movente che ha spinti i coetanei di Manuel ad ammazzarlo e a fare a pezzi il suo corpo.

 

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