La signora Maria Grazia è la mamma di Thomas, studente 18 enne dell’istituto industriale Meucci. Thomas, che con la famiglia vive a Dolianova, questa mattina era sul treno che dall’hinterland di Cagliari stava raggiungendo la stazione di Piazza Repubblica.
“Dell’incidente sono stata avvisata da mio figlio – dice la signora nel parcheggio dell’Auchan, dove è stata allestita la macchina dei soccorsi -. Quando mio figlio mi ha chiamata – prosegue la donna – sentivo le urla delle persone”.
Thomas è uno degli ultimi otto feriti trasportati all’ospedale. “Non è grave – continua la mamma del ragazzo -. A mio figlio è stato assegnato un codice giallo. Ma in seguito all’urto e al colpo di frusta, gli hanno messo un collare provvisorio”.
La signora Maria Grazia è arrivata all’Auchan insieme al marito. “All’inizio – conclude – pensavamo fosse uno scherzo quando nostro figlio ci ha chiamato. Poi abbiamo capito che era tutto vero”.
“Mi è parso di vedere tutto al rallentatore”. Così un altro dei passeggeri che si trovava in uno dei due treni della metro leggera che si sono scontrati stamattina alla periferia di Cagliari racconta quei momenti drammatici dall’ospedale. “Ho sentito la frenata e poi un colpo fortissimo”, ha detto Davide, 19 anni, studente della Quinta C dell’istituto Geometri Bacaredda, nella sala d’attesa del Pronto soccorso del Brotzu. Davide è praticamente illeso, ma lo shock non è ancora passato. “Per terra era pieno di vetro e la gente urlava – ha aggiunto – dopo lo scontro ho visto l’autista dell’altro treno con il viso ricoperto di sangue. È stato un attimo”. “Ricordo vagamente ciò che è accaduto – ha raccontato Andrea, 17 anni dell’Istituto Martini – non sono caduto perché sono rimasto aggrappato ad un paletto e dopo il colpo mi sono ripreso. Poi siamo riusciti ad aprire le portine e siamo usciti fuori. Non tutti. Alcuni sono rimasti per terra, feriti”. Al Brotzu, dove è stato attivato un protocollo d’emergenza, sono stati trasportati 22 feriti, di cui due in codice rosso. Gli altri sono stati distribuiti tra l’ospedale Marino, il Santissima Trinità e il San Giovanni di Dio
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