Le magie di Gianfranco Zola nel disco del rocker King Krule

Gianfranco Zola, un mito in Italia. Ma soprattutto nel Regno Unito. Tanto da finire su un disco – uscito da pochissimo – di uno dei più promettenti rocker inglesi della nuova generazione, King Krule. Uno chiamato dalla stampa specializzata del suo Paese il Chet Baker dei giorni moderni per le contaminazioni jazz dei suoi lavori. Il brano si chiama Biscuit town. Non parla di calcio, ma nelle prime strofe si sentono nome e cognome del campione di Oliena: “still had dreams of being Gianfranco Zola”, recita un verso. E cioè: “ancora sognavo di essere Gianfranco Zola”. Perché? Bisogna fare un po’ di conti: Archy Ivan Marshall, in due parole King Krule, è nato nel 1994 ed è cresciuto a Londra.

Proprio la città nella quale Magic box ha giocato dal 1996 al 2003 con la maglia del Chelsea. Facile pensare che King Krule sia stato folgorato, da baby tifoso, dalle imprese del giocatore sardo. Chissà, magari la scintilla è scattata con il famoso gol con colpo di tacco in Coppa d’Inghilterra contro il Norwich. Era il 2002, King Krule aveva sei anni: l’età giusta per apprezzare e non dimenticare mai più certi miracoli del calcio. Quanto Zola abbia inciso sull’immaginario calcistico e in qualche modo anche sociale del Regno Unito lo dimostra anche l’onorificenza ricevuta nel 2004 di ufficiale dell’ordine dell’impero britannico. Un riconoscimento che premia insieme Zola come giocatore e Zola come uomo per il suo comportamento fuori dal campo. E la citazione nella canzone dimostra che il suo stile non è stato dimenticato.

Nato nella Corrasi di Oliena, Zola è cresciuto nella Nuorese e poi è stato valorizzato dalla Torres. Il passaggio al Napoli lo ha fatto conoscere anche nel massimo campionato italiano, ma poi la fama, anche grazie alle coppe e all’ulteriore consacrazione con la maglia del Parma, è diventata internazionale. Tanto da convincere l’allora emergente e ricco Chelsea a portarlo in Premier League. Con i blues l’apoteosi del successo e il nomignolo di Magic box, la scatola magica: evidente il riferimento a ciò che i suoi piedi potevano inventare da un momento all’altro. Fine carriera di nuovo a casa, questa volta con il Cagliari per regalare ai rossoblù una promozione dalla B alla A e una salvezza l’anno successivo. Ora Zola fa l’allenatore. Ma Londra non dimentica i suoi piedi. E li ricorda anche nelle canzoni. (Stefano Ambu, Ansa)

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