La verità degli Sconvolts: “Accuse infamanti, il solito fango sugli Ultras”

Dopo la perquisizione effettuata dalla Polizia pochi giorni fa nella sede di via San Giacomo, a Cagliari, gli Sconvolts – gli ultras rossoblù – hanno deciso di pubblicare una nota “per fare chiarezza” in merito ai fatti degli ultimi giorni. “Facendo seguito a quanto scritto e sentito dai vari media e riguardante le infamanti accuse rivolte verso il nostro Gruppo, tutte appositamente studiate per gettare quanto più fango possibile sul nome “Sconvolts” – esordisce la nota – intendiamo con la presente fare chiarezza su quanto accaduto domenica 11 gennaio (il riferimento è alla rissa tra alcuni tifosi del Cesena e alcune persone non identificate, ndr) e descrivere come si sono svolti realmente i fatti, aggiungendo tutto quello che “ad arte” è stato tenuto nascosto”.

I Daspo

Si parte con i divieti di ingresso allo stadio comminati pochi giorni fa. “I provvedimenti di Daspo della questura – si legge nella nota – non sono stati emessi per l’episodio di Piazza del Carmine, per il quale è scritto a chiare lettere nelle diffide che “un gruppo di 15 persone non identificate” ha generato la rissa. Sono stati emessi perché dei ragazzi già destinatari di Daspo sono stati ripresi dalle telecamere di una attività commerciale non ben definita, non nel luogo della rissa ma in altre vie limitrofe alla via Roma, per cui non possono essere riconducibili direttamente a tale episodio. Da quello che invece si è detto e scritto sono stati accusati (e mediaticamente condannati in una maniera a dir poco vergognosa) di essere i responsabili: una cosa è un’aggressione, ben altra una violazione di un provvedimento. Ma ovviamente questo non è stato detto, tantomeno scritto”.

La sede di via San Giacomo

“La nostra sede – scrivono gli Sconvolts – da sempre semplice luogo di ritrovo dei ragazzi, ed aperta a tutti coloro che hanno la nostra stessa passione ed interesse (e quando diciamo tutti intendiamo proprio tutti, siano essi giocatori, dirigenti, avvocati, liberi professionisti, operai, bambini etc.), viene ormai dichiarata già chiusa senza nessun motivo fondato e senza alcuna spiegazione, ma solo perché è appunto “il covo dei temibili Ultras”. Nessuno però ha detto e scritto che gli organi competenti, a seguito dei succitati fatti, si sono precipitati ad effettuare una perquisizione il cui esito è stato negativo, come tra l’altro sempre successo anche negli anni addietro. Perché più che bevande, snack e bandiere non hanno mai trovato niente di tutto quello che hanno sempre sperato di trovare”. Gli ultras richiamano poi la chiusura della sede storica di via del Collegio, nel quartiere Marina, chiusa diversi anni fa dopo un’aggressione ai danni di alcuni studenti di Messina in gita scolastica. “Un fatto utilizzato per affibbiarci l’etichetta di violenti – dicono gli Sconvolts – ma nessuno ha detto e scritto che nelle sedi opportune tale accusa è rovinosamente crollata (sia le denunce, sia i Daspo) senza neanche arrivare al rinvio a giudizio. Perché? Era basata sul nulla e costruita col solo intento di far chiudere il nostro storico ritrovo”.

“Presi di mira”

“Da anni, e soprattutto la domenica della partita con il Cesena, allo stadio il Gruppo e più in generale l’intera Curva Nord è oggetto dei più assurdi controlli e perquisizioni personali… Gli esiti sempre negativi. Addirittura nell’ultima partita in casa “qualcuno” ha avuto la brillante idea dl modificare il sistema di ingresso degli spettatori, permettendo l’ingresso in Curva solo dopo una accuratissima perquisizione di ogni singolo spettatore, filmando tutti dalla testa ai piedi e senza aprire altri tornelli visto il drastico rallentamento degli accessi, con la conseguenza che si sono formate enormi resse agli ingressi e la gente si è ritrovata pressata come sardine, tra i quali owiamente anche donne e bambini. Questo per che cosa Per una rissa avvenuta al mattino dall’altra parte della città Facendo tosi, secondo voi si tutela l’ordine pubblico?”.

Accuse infamanti”

“Il modo a dir poco irrispettoso ed infamante con il quale è stato sbattuto in prima pagina di tg e giornali il nostro nome e sono accusati quei quattro ragazzi (i cui nomi non compaiono maliziosamente solo perché non essendo stati direttamente implicati nella rissa non possono essere comunicati dalle autorità, questo loro lo sanno bene ) ci ha spinto a fare queste precisazioni – conclude la nota – e quanto scritto è tutto documentato. Ma come ormai sappiamo bene qualcuno in queste occasioni deve sempre ‘pagare’. Immaginate che figura farebbero ‘certe persone’ se dopo le ‘promesse’ non avessero poi nessuno da accusare. La verità è ben diversa e fa ribrezzo vedere certe interviste fatte solo per promuovere la propria immagine personale, facendosi forza del proprio potere. In quasi 28 anni di attività quando abbiamo avuto a che fare con episodi di denunce, diffide e quant’altro ci siamo sempre pagati tutto ed in silenzio, laddove erano state accertate delle responsabilità. Ma adesso basta, si sta veramente esagerando con le cazzate”. Infine, un appunto sulle forze dell’ordine che “dovrebbero cominciare a pensare e lavorare in maniera più seria sul territorio visto il dilagare della vera violenza sulle strade della nostra città, soprattutto negli ultimi tempi. La gente di Cagliari è stanca di non sentirsi sicura a casa sua per altri e ben più gravi motivi, che per la tifoseria storica della sua squadra di calcio. Il vero vile è colui che infama senza prove”.

 

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