La terapia verbale della Mereu nell’androne di un palazzo a Torino

Nuovo incontro, ieri sera a Torino, di Gabriella Mereu, la ‘guaritrice’ che cura le malattie con la terapia verbale. Radiata dall’Ordine dei Medici di Cagliari, ma con giudizio in appello non ancora definito, e denunciata nei giorni scorsi anche dall’Ordine dei Medici di Torino, la ‘santona’ di Quartu ha riunito oltre 150 persone nell’androne di una casa popolare di via Ponchielli, dove l’incontro è stato spostato all’ultimo dopo che alla dottoressa è stato negato l’utilizzo della sala conferenze della Gam.

“Perdo l’equilibrio quando cammino. E ho sempre paura di cadere”, le racconta una ragazza, con la voce tremolante. “Ho curato diversi casi come il tuo. È paura – risponde la Mereu – Una volta ho detto a una donna: devi camminare dritta! Su! E lei è guarita. Doveva semplicemente capire”. Sono in tanti a farsi avanti, nella speranza di trovare un rimedio a un angioma, alla secchezza delle mucose, alla dismenorrea, alla psoriasi. La Mereu, scalza, con un vestito verde, gira attorno al tavolo e ha una risposta per tutti.

“Il cortisone non serve a nulla. Prendi i fiori di Bach“. Tra il pubblico ci sono in prevalenza donne, sui 40 e 50 anni, e qualche adolescente. Pochi gli uomini. “Sono perseguitata”, sbotta ad un certo punto la Mereu, che, alla richiesta di una ragazza di usare dei “bastoni”, si rifiuta di applicare certe pratiche “terapeutiche”. “Stasera non è il caso. È stato complicato organizzare. Vieni nel mio studio domani”. L’incontro avrebbe dovuto svolgersi appunto alla Gam, poi in un bar di corso Galileo Ferraris, sempre in centro. I giornalisti non devono trovarla, non devono raccontare. E così, all’ultimo, ci si sposta tutti in via Ponchielli. Lo scambio di messaggi avviene via Facebook, su un gruppo privato. E il ‘servizio d’ordine’ all’ingresso è serrato. Sabato prossimo la storia si ripete: il posto è un’incognita, la speranza di chi è malato una certezza.

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