LA STORIA. Madre porta i figli in Spagna. Il padre: “Me li ha rapiti”

“Voglio poter riabbracciare i miei figli, è da oltre un anno che non li vedo, da quando la madre li ha portati in Spagna e non è più tornata. Adesso, nonostante un giudice le abbia ordinato di riportare i bambini in Italia, sta facendo di tutto per impedirlo, arrivando a organizzare manifestazioni in piazza e una campagna di stampa contro di me”.

C’è tanto dolore nella parole di Francesco – non divulghiamo il nome completo per proteggere l’identità dei bambini – un 50enne di Genova trapiantato a Carloforte, nell’isola di San Pietro, sulla costa sud occidentale della Sardegna. Da oltre un anno sta combattendo una battaglia legale per poter riavere i suoi due figli di 11 e 3 anni. “La mia compagna, una spagnola di 36 anni, il 18 maggio dello scorso anno è partita per la Spagna dicendo che voleva trascorrere un periodo di vacanza dai familiari – racconta all’ANSA Francesco – doveva rientrare a fine giugno, ma ha inventato una scusa, chiedendo di rimanere ancora un mese. Ma a luglio non è tornata in Italia e nemmeno ad agosto, quando invece è arrivata la comunicazione che aveva avviato le procedure per chiedere l’affidamento dei bambini”.

Da quel momento per il padre è iniziato il calvario: si è rivolto a uno specialista di casi di questo genere, l’avvocato di Modena Bruno Poli, e insieme hanno avviato le procedure per denunciare la sottrazione di minori. “Prima abbiamo cercato di convincere la mia ex a tornare – ricostruisce il papà – ma non c’è stato nulla da fare”. Appreso del procedimento, la giovane donna non ha fatto più parlare il padre con i bambini. “Chiamo ogni giorno ma lei non risponde – dice con sofferenza Francesco – prima riuscivo anche a vederli tramite Internet, ora niente di niente. E’ da novembre del 2016 che non parlo con i miei figli”.

Nel frattempo, quattro giudici in Italia e Spagna hanno dato ragione al padre, con conseguenti sentenze di rimpatrio per i due piccoli, ma non è avvenuto nulla. Anzi la mamma ha iniziato una campagna di stampa contro il padre, segnalando presunti maltrattamenti, “mai avvenuti” precisa Francesco, e cercando di evitare il rimpatrio. Fino ad organizzare con alcune associazioni spagnole manifestazioni di piazza, le ultime proprio in questi giorni, per fare pressione sui giudici iberici. Oggi pomeriggio, infatti, le toghe spagnole hanno ordinato alla donna di portare i bambini in una struttura di Granada per consegnarli al papà.

“Sono in un hotel e non posso uscire perché è pericoloso per me – aveva dichiarato Francesco di mattina – nel pomeriggio andrò con il console e la mia procuratrice a prendere i bambini. Spero che la madre si presenti”. Diversamente potrebbe intervenire anche la polizia per prelevare i minorenni, arrecando loro altro disagio. “Spero di poterli riabbracciare presto – dice ancora il papà – so che la madre ha parlato male di me con loro, li ha manipolati. Mi sono sempre preso cura dei miei due figli”.

Parla espressamente di “rapimento” l’avvocato Bruno Poli. “Il quadro giuridico è chiaro – sottolinea il legale – la madre ha portato via i bambini e li ha trattenuti in Spagna, si tratta di sottrazione di minore. Quattro giudici hanno dato ragione al padre. Abbiamo presentato una denuncia per diffamazione contro chi ha riportato dei presunti maltrattamenti. Il padre non ha mai maltrattato nessuno, è una persona buona, è solo disperato per tutta questa vicenda”.

Nulla di fatto. Francesco, non riuscirà a riportare a casa, in Italia, i suoi due figli di 3 e 11 anni nemmeno oggi. I piccoli erano stati sottratti più di un anno fa dalla madre e mai più rientrati dalla Spagna. Nonostante l’ordine di rimpatrio imposto dal giudice iberico, la giovane donna non si è presentata questo pomeriggio in una struttura di Granada indicata dal tribunale per riconsegnare i bambini al padre. Anzi, grazie alla campagna di stampa avviata contro l’ex compagno, ha fatto trovare sul posto giornalisti e associazioni che in questi mesi l’hanno sostenuta. Francesco adesso rimarrà in Spagna. “Domani – annuncia amareggiato all’ANSA – prepareremo con i miei legali un documento per chiedere un provvedimento al giudice”. Nel frattempo, la polizia sta cercando di contattare l’avvocato della donna nel tentativo di convincerla a rispettare l’ordine di rimpatrio. Per lei, l’emissione di un nuovo provvedimento rischia di essere pesantissimo: potrebbe infatti scattare un ordine di cattura.

Manuel Scordo – ANSA

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