Quattro mori e croce elvetica: nell’isola si sogna l’annessione alla Svizzera

Una croce elvetica bianca su fondo rosso, attorno i soliti rassicuranti quattro mori con la benda in fronte: ecco la bandiera che potrebbe sventolare sul Canton Marittimo, ovvero il 27esimo dei territori confederati svizzeri, la Sardegna.

Il progetto di secessione dallo stato italiano e conseguente annessione alla Svizzera è nato su internet come una provocazione  qualche settimana fa, pochi giorni prima delle elezioni regionali: un’idea folle e visionaria, talmente assurda da scatenare subito battute e ironia su web. Peccato che la goliardata in poco tempo sia diventata una organizzazione capillare con una cinquantina di attivisti, migliaia di seguaci su facebook, sito internet e persino una petizione consultiva indirizzata a cittadini sardi e svizzeri: il Canton Marittimo della Sardegna pare non avere più i tratti da scherzo un po’ sopra le righe e ha conquistato già parecchie simpatie dal nord a sud dell’isola.

E se la visione della Sardegna come sbarco sul mare per gli Svizzeri non fosse alla fine così assurda? L’idea è raccontata in maniera chiara e sintetica nel sito web www.cantonmarittimo.com: “Proponiamo di aprire un dibattito serio, anzi serissimo, con uno scopo: sondare la reale volontà dei sardi di affrancarsi dalla Repubblica Italiana e di annettere l’isola di Sardegna alla Confederazione Elvetica”. Chi scrive è  Andrea Caruso, dentista cagliaritano di cinquant’anni: sua è stata l’idea di annullare le schede elettorali con lo slogan “vota e fai votare Canton Marittimo”, suo è il progetto di annessione ai vicini d’Oltralpe. “Non si tratta di una provocazione né di una boutade. Si tratta di un progetto che scaturisce dall’attuale contingenza che vede l’Italia intrappolata in un vortice di crisi economico-politica apparentemente senza via d’uscita”.

Un’idea, quella della secessione dall’Italia, che nasce in un momento di crisi: forse cambiare bandiera, lingua e e moneta potrebbe essere la soluzione? Nel dubbio, in poche ore cinquecento persone hanno sottoscritto la petizione on line per “l’indipendenza della Sardegna e per la richiesta di adesione della futura Repubblica Democratica della Sardegna alla Confederazione Elvetica”, diecimila sono gli iscritti al gruppo “Canton Marittimo” su facebook. E non solo: la notizia dei Sardi sotto insegne elvetiche ha suscitato la curiosità della stampa nazionale e internazionale e quotidiani come Repubblica, Libero, Affari Italiani, La Stampa, Lettera43  hanno raccontato l’impresa di Andrea Caruso e dei suoi sostenitori. Persino l’inglese BBC News ha parlato della campagna di annessione, mentre nei giorni scorsi la tv svizzera RSI era a Cagliari per interviste e riprese sull’iniziativa sarda.

Ma se parliamo di un sistema politico, economico e organizzativo nazionale che non funziona, l’annessione alla Svizzera non sarebbe solo spostarci da un padrone all’altro senza in realtà innescare un vero cambiamento? “Per niente: la Svizzera è un paese efficiente, economicamente solido, con un forte senso comunitario e un’organizzazione politica federale, quindi molto più rispettoso delle autonomie locali di quanto non sia l’Italia: per un’isola come la Sardegna sarebbe la nazione ideale a cui appartenere. Potremmo entrare a far parte della confederazione più benestante e meglio amministrata al mondo”.

Nel frattempo in Canton Marittimo si registra già una secessione interna, con la nascita di un gruppo di dissidenti sotto il nome di “Cantone Sardegna”. Ma i militanti della prima ora non si scoraggiano e pensano alle prossime elezioni europee in programma a maggio: “Alla chiamata alle urne di questo prossimo maggio, invece di stare a casa come verrebbe normale pensare di fare visto che non possiamo eleggere nessun rappresentante sardo che non ci impongano i soliti partiti, andiamo tutti alle urne ad annullare la scheda scrivendo “Sardegna Cantone Marittimo”.

Giusto un dubbio da chiarire, prima di referendum e secessione: la Svizzera ci vorrà davvero?

Francesca Mulas

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