“La Memoria Ritrovata”, a Cagliari i capolavori dell’arte recuperati dai Carabinieri

Dai bronzetti nuragici a Van Gogh, dalle ceramiche attiche a Gauguin, dalle pitture romane fino a Raffaello e Tiepolo: cento capolavori dell’arte antica e moderna sono da oggi in mostra a Cagliari nei suggestivi spazi delle carceri di San Pancrazio, nel quartiere di Castello, con ‘La Memoria Ritrovata – L’Arma e lo scrigno dei tesori recuperati‘.

L’esposizione raccoglie oggetti, quadri e reperti archeologici ritrovai negli ultimi anni dai Carabinieri, per la precisione dal Corpo Tutela Patrimonio Culturale, dopo lunghe e complesse operazioni internazionali contro il commercio clandestino di beni culturali: una mostra unica ed eccezionale sia per il valore inestimabile dei pezzi esposti sia perché tutti gli oggetti, accomunati da storie di furti, vendite illegali e traffici illeciti, sono oggi finalmente restituiti al pubblico e fruibili nei musei.

La collezione è stata presentata questa mattina in Cittadella dei Musei alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini: “Questa mostra è il risultato del lavoro del Corpo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri, un lavoro che si basa su professionalità, competenze e formidabili strumenti tecnologici come un grande database internazionale. Proseguendo su questa strada puntiamo a ridurre l’entità di mostre come questa, proteggendo il nostro patrimonio e diffondendo il messaggio della legalità. E a impegnarci su un grande obiettivo, un turismo culturale intelligente e sostenibile con la valorizzazione di tutte le eccellenze italiane: in questo la Sardegna potrà avere un ruolo importante grazie ai suoi beni archeologici, artistici e storici, alle sue tradizioni e alle bellezze naturalistiche “.

Franceschini è stato accolto da Marco Minoja, soprintendente ai Beni Archeologici della Sardegna, e dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, entrambi hanno sottolineato come queste operazioni siano il frutto di un lavoro di squadra che vede insieme Regione, Ministero e Soprintendenza uniti da un obiettivo comune: diffondere la cultura della legalità. Il lavoro dell’Arma è stato illustrato dal comandante Tullio Del Sette e dal generale Marino Mossa.

L’esposizione, visitabile fino al 15 ottobre nelle carceri di San Pancrazio (con ingresso in Cittadella dei Musei), si articola in tre sezioni: la prima dedicata alla protezione del patrimonio culturale in ambito nazionale e all’attività di contrasto alla falsificazione, la seconda al patrimonio della Sardegna, la terza al confronto di prestigiosi capolavori di respiro internazionale mai esposti in Sardegna fino a ora. Tra questi, lo splendido ritratto femminile ‘La Muta’ di Raffaello del 1507, rubato nel 1975 dalla Pinacoteca di Urbino e recuperato in Svizzera grazie ai Carabinieri che ne hanno intercettato la vendita; o ‘Il Giardiniere’, dipinto nel 1889 da Vincent Van Gogh, sottratto dalla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma nel 1998 da ladri armati. Il dipinto ‘Leda e il cigno’ realizzato da Lelio Orsi nel XVI secolo, era in vendita negli Stati Uniti in una casa d’aste per 1,5 milioni di euro ma è stato ritrovato prima che venisse acquistato; destino simile anche per ‘La Trinità che appare a Papa Clemente’, olio su tela di Giovan Battista Tiepolo intercettato dopo lunghe indagini in una casa d’aste newyorkese dopo il furto avvenuto trent’anni fa.

In mostra anche una parte dei 5500 reperti provenienti da quella che è considerata la più importante operazione di recupero di beni archeologici italiani: vasi greci in ceramica a figure rosse di età classica, statue romane, pezzi di affreschi parietali del I secolo avanti Cristo e una bella collezione di bronzetti di età nuragica. Tutti i reperti sono frutto di scavi clandestini condotti dai tombaroli tra Lazio, Campania e Sardegna: oggetti di splendida fattura e bellezza, ma privati del loro inestimabile valore storico perché lontani dal contesto che li ha prodotti.

Francesca Mulas

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