Dall’avvocato Gian Mario Sechi, legale della Twelve energy, riceviamo e pubblichiamo
La notizia di un’evasione fiscale milionaria apparsa sui principali organi di stampa riporta i contenuti di una verifica della Guardia di Finanza ancorata ad un’ipotesi investigativa sulla quale la Magistratura indaga dal 2012 ed in relazione alla quale é stata fissata la prima udienza preliminare il prossimo 14 luglio.
In questi anni infatti la serra fotovoltaica ha continuato ad operare regolarmente sia nell’attività agricola che nella produzione di energia elettrica in attesa della definizione del procedimento in corso.
Durante le indagini preliminari sono peraltro stati acquisiti consistenti elementi probatori a sostegno della regolarità del progetto e dell’iniziativa imprenditoriale che dovranno essere opportunamente valutati dalla Magistratura nel corso del giudizio, non ancora iniziato e che comunque non sono a conoscenza della Guardia di Finanza.
L’accertamento tributario in corso ha innanzitutto consentito di verificare una perfetta coincidenza fra le fatturazioni attive e passive e le registrazioni contabili, considerate quindi regolari. Ciò che viene messo in discussione é l’applicabilità della deducibilità dei costi e del regime fiscale previsto per l’attività agricola, sull’indimostrata premessa che la Twelve non sarebbe una vera impresa agricola. La Società è regolarmente certificata dai competenti organi come Imprenditore Agricolo Professionale e autorizzata all’esercizio dell’attività vivaistica.
In proposito, oltre che sollecitare una semplice verifica in loco, che consentirebbe a chiunque di apprezzare lo stato dell’attività produttiva agricola, deve sottolinearsi l’entità degli investimenti sostenuti dalla Società per l’avvio e lo sviluppo delle sole coltivazioni che ammonta ad oltre sei milioni di euro. Tale impegno, dopo la fase di start up, ha portato al raggiungimento di risultanti produttivi di assoluto rilievo, riconosciuti e documentati anche sul piano internazionale.
Attualmente impiega, nel settore agricolo, 25 lavoratori, destinati ad aumentare in modo significativo in concomitanza con l’attività di commercializzazione internazionale già avviata.
La serra fotovoltaica in questione è la più grande mai realizzata al mondo, il cui investimento complessivo ammonta ad oltre 80 milioni di euro ed è stato interamente sostenuto con capitali privati da operatori internazionali di assoluto standing nel settore, con il supporto di primario istituto di credito nazionale, senza ricorso a finanziamenti o contributi pubblici, e che il progetto agricolo è stato attuato sotto l’egida dei maggiori esperti italiani nel campo della coltivazione delle rose.
Gli investitori hanno sempre agito nella convinzione di poter realizzare un intervento produttivo che coniugasse un progetto agricolo con la produzione energetica da fonti rinnovabili. Peraltro la forma di incentivazione alla produzione di energia elettrica erogata dal GSE (comunque sospesa da diversi anni) non consentirebbe, dopo il suo drastico ridimensionamento ad opera del Governo, neppure di remunerare il debito finanziario. Nella situazione attuale, pertanto, la sopravvivenza dell’iniziativa è legata esclusivamente all’attività agricola.
I responsabili aziendali confidano che l’accertamento giudiziale consentirà di chiarire che la Società ha sempre operato nel rigoroso rispetto delle norme di settore e chiedono, pertanto, che le informazioni relative alla vicenda evidenzino la necessità di attendere l’esito degli accertamenti in corso per evitare danni di immagine che non possono essere giustificati.
(foto d’archivio)