“Sulla sua pagina Facebook il coordinatore di Forza Italia Ugo Cappellacci, molto offeso perché i media informano doverosamente la pubblica opinione di un’inchiesta a suo carico, definisce ‘pochi sfigati’ i giornalisti di SardiniaPost, a sua volta etichettato come ‘un giornaletto online’, e ad entrambi (sfigati e giornaletto) attribuisce non un editore bensì ‘un padrone’. Niente male per un uomo politico che autocertifica di appartenere al campo del liberalismo, dove da secoli la libertà di stampa e il diritto-dovere di cronaca sono visti come valori fondanti e non come robetta da sfigati. Ma lo stile, si sa, è l’uomo”. Così in una nota, diffusa alle 16,08, dall’Associazione Stampa Sarda.
Gli attacchi di Cappellacci risalgono a domenica pomeriggio, dopo che Sardinia Post ha pubblicato il resoconto sull’ordinanza del Gip di Cagliari, Giuseppe Pintori, nell’ambito dell’inchiesta ‘Ingenium’, il fondo finanziato nel 2013 dalla Regione. Stando a quanto ricostruito dal giudice per le indagini preliminari, l’allora governatore ha intascato una tangente da 80mila euro. Il Gip, pur non concedendo la misura cautelare chiesta per Cappellacci dai pm Emanuele Secci e Diana Lecca, ha ribadito “la gravità delle sue condotte” e ha considerato l’ex presidente “il vero deus ex machina” del finanziamento pubblico da 750mila euro concesso nel 2013 al Fondo Ingenium della società Fm Fabbricazioni metalliche, di Flavio Mallus. Il quale è considerato dalla Procura di Cagliari amico di Cappellacci ed è stato arrestato nei giorni scorsi insieme a un altro imprenditore, Roberto Bonanni, finito ai domiciliari e a capo della ‘Zernike Meta Venture capital’, la spa che aveva vinto il bando e gestiva il fondo ‘Ingenium Sardegna’. Cappellacci è accusato di corruzione e peculato.
Il comunicato dell’Associazione Stampa Sarda, presieduta da Celestino Tabasso, continua così: “Nel suo post Cappellacci si dice certo che il tempo si dimostrerà galantuomo: ci associamo, ma non sarebbe male se lui nel frattempo si dimostrasse gentiluomo, e rispettasse le regole base del gioco democratico e della buona educazione”.
