Insegnamento a rischio per i diplomati alle magistrali, protesta a Cagliari

Sono mille le insegnanti sarde diplomate che ora rischiano di non lavorare più nelle scuole dell’infanzia o alle elementari. O meglio rischiano di dover ricominciare daccapo con precariato, sostituzioni e supplenze dopo essere state assunte con un contratto a tempo indeterminato. La mazzata è arrivata il 20 dicembre con la pubblicazione di una sentenza del Consiglio di Stato: il caso riguarda in Italia 43mila docenti. Stando al provvedimento del massimo organo della giustizia amministrativa, chi è in possesso di un diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 dovrà essere escluso dalle graduatorie a esaurimento (Gae), cioè quelle che raccolgono i docenti in possesso di abilitazione all’insegnamento e che sono utilizzate per l’assunzione in ruolo. La sentenza ha stabilito che chi ha il diploma magistrale dovrà essere inserito non nelle GaE ma nelle graduatorie d’istituto, da cui si attinge per le supplenze annuali e temporanee.

Per questo una cinquantina di insegnanti, arrivate anche dal nord Sardegna, si sono ritrovati davanti alla direzione scolastica regionale per parlare con il numero uno dell’istruzione sarda, Francesco Feliziani. Tutte hanno indossato una maglietta nera con il provvedimento della Gazzetta ufficiale stampato sulla schiena. Quello che recita che “i titoli conseguiti nell’esame di stato a conclusione dei corsi di studio entro il 1997-1998 conservano in via permanente l’attuale valore legale”. La protesta è andata avanti con fischietti e manifesti. Messaggio chiaro: “No al licenziamento di massa”. Ma non è finita: domani una delegazione sarà a Roma in occasione di un incontro tra sindacati e Miur. E l‘8 gennaio saranno sempre in piazza e sempre nella Capitale per la grande manifestazione nazionale in occasione dello sciopero previsto per il giorno ritorno a scuola in tutta Italia. “Dopo cento decreti cautelari positivi – spiega all’Ansa una portavoce del neo costituito Coordinamento diplomati magistrali abilitati, Silvia Mureddu – improvvisamente ci hanno detto che non siamo più abilitati: per anni abbiamo firmato documenti, fatto scrutini. E ora via: possiamo tornare a scuola sino a giugno”.

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