Sotto inchiesta per presunta corruzione, Cappellacci inizia lo sciopero della fame

“Da questo momento e fino a quando non sarà aperta un’indagine, farò lo sciopero della fame. Lo faccio per me, per i miei figli, per i tanti cittadini onesti vittime della ‘giustizia’ e per una Giustizia vera, alla quale vorrei poter ancora credere”. Lo scrive su Facebook il neoeletto alla Camera Ugo Cappellacci (Fi), al centro di un’inchiesta della Procura di Cagliari per presunta corruzione. “Oggi un atto riservato che riguarda un’indagine tanto assurda quanto fantasiosa – scrive -, un atto coperto da segreto istruttorio (sia a tutela dell’indagine stessa che dell’indagato) è stato pubblicato da un giornale. Questo atto i cui contenuti, che ho appreso solo dalla stampa, mi sono oscuri, risalirebbe al novembre scorso. Questo atto è stato consegnato alla stampa 5 giorni prima delle elezioni, con l’evidente intento di condizionarne il risultato: è un illecito penale gravissimo. A questo punto chiedo e pretendo un’indagine per individuare il responsabile di questo infame reato, per accertare la responsabilità di chi usa illegalmente le vicende giudiziarie per colpire la mia persona ed il partito nel quale mi onoro di militare”.

L’ex governatore spiega di aver deciso di parlare dopo una serie di “pene subite da innocente”: “Fideuram, Cisi, Ila, Municipalizzata di Carloforte, alluvione di Olbia: sono nomi che per me rappresentano anni di vita bruciata, di dolore con indagini, fango e infamie che poi si sono risolte in archiviazioni, proscioglimenti e assoluzioni”. “Nessuno mi ha mai chiesto scusa – scrive ancora su Facebook Cappellacci – nessuno ha pagato per la sofferenza causata a me e alla mia famiglia. Ho riflettuto a lungo su tutto ciò e alla fine ho pensato che non posso continuare a tacere e subire. L’ho fatto per anni, ho subito in silenzio e con dignità ma è arrivato il momento di non tacere più”, ha concluso il neo parlamentare.

 

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